Quando si parla del tuo lavoro in ambito musicale non si possono non citare i nomi di Morfuco, Funky Pushertz e Banda Maje. Tutti e tre presenti anche in “Antonico”, raccontaci un po’ di questi tre brani realizzati con loro.
I Banda Maje ancora una volta hanno realizzato un lavoro eccelso. Assieme siamo riusciti a trasformare le mie idee, i miei beats, in una cosa nuova stilosissima. Un funky strumentale pur non perdendo la vena principale che è quella rap. Sempre grazie a Peppe Maiellano abbiamo ripensato a due miei brani storici importanti come “Gent’antic’” e “Vir’ buon’” e personalmente amo queste nuove versioni, gli hanno dato una nuova veste e una nuova vita. Con Morfuco siamo praticamente nati assieme artisticamente. Rappiamo dal 1996 e siamo super connessi anche sulle varie evoluzioni del nostro sound. Per “Italia 90” abbiamo Pensato ad un ritornello, una sorta di gospel, scritto appositamente per le coriste di Banda Maje con un tema che parlasse dell’Italia che è ed è stata con i suoi pro e i suoi contro.
Morfuco è davvero una persona importantissima per me e per la mia crescita musicale. Per il brano con i Funky Pushertz ho pensato ad un brano omaggio a Rocky, il motivetto dei cori all’inizio è un chiaro riferimento ad un brano presente nella colonna sonora del film. I colori e la potenza poi glie l’hanno data i ragazzi. Boom Buzz, Mast nzo, Reddog e Kayaman sono una vera potenza musicale. Suoniamo assieme da quasi 20 anni e anche con loro c’è un’energia speciale che ci accomuna. Quando siamo in studio oltre a fare il nostro lavoro riusciamo tramite le risate, gli scherzi a realizzare le nostre idee. Funky
Pushertz, Morfuco e Banda maje li ritengo i miei 3 gioiellini.
Ultima domanda rivolta al Tonico 70 beatmaker ma anche a quello Dj: se guardi all’hip hop di fine secolo e primi 2000 qual’è il beat che ti ha folgorato, in quale traccia, mentre come Dj quel disco che ti tieni sembre in borsa, quello che proprio non riesci a lasciare a casa.
Guarda sono un ascoltatore vorace e onnivoro di musica e scegliere un beatmaker o un disco è davvero una cosa difficilissima per me. Uno dei beatmaker che più mi ha colpito per il suo sound e la sua innovazione è sicuramente J Dilla. Un artista che ha portato il beatmaking a livelli altissimi. Il suo stile molto soul molto funk, con queste drum tutte storte non quantizzate, mi ha rapito immediatamente. Ma non posso non citare Dj Muggs, Dj Premier, Alchemist, Dr. Dre, Rza, che hanno caratterizzato molto il mio percorso da produttore. Per quanto riguarda un album, se dovessi dirtene uno tra i quasi cinquemila che posseggo e che porto spesso nella mia bag è “Based On A True Story” dei Fat Freddys Drop, un insieme di generi accomunati da un modo semplice di esecuzione, per me geniale e geniali loro. Un altro disco a cui sono legato e che ho suonato e portato in giro per l’Europa ed anche a NYC quando c’è stata occasione nel 2016 è il primo album omonimo di