Dopo 7 anni dall’ultima fatica discografica è tornato Hudson Mohawke con “Cry Sugar”, 19 tracce, un solo skit alla terza, un lavoro dove è stato capace di tornare a domare gli impulsi esplosivi della sua happy hardcore. L’amore per il genere hardcore accompagna Birchard fin dall’inizio della sua carriera, guaiti e urla campionati oltre a hoover synths fanno la loro parte anche in questo album. Ci sono singoli come “Is It Supposed” che ci piacciono veramente tanto, felici, raggianti e che pescano da suoni decisamente più house. Subito dopo vieni catapultato nel caos di “Lonely Days” e poi arrivano i momenti più difficili come “Kpipe” interrotti da il campione soul di “Sheets to the wind” dove irrompe quella voce che canta cry sugar, e poi “Some Buzz” che ti riporta ai momenti dove il nostro si è reso celebre nella sfera hip hop al fianco di Ye (e ricorda un po’ l’HudMo dell’ultimo album “Lantern”). Qui è ancora tutto disponibile: il doppio vinile puoi averlo azzurro o nel classico nero. Alla fine ne esce il lavoro forse più divertente di Ross e ci piace pensare che così sia stato per lui nel realizzarlo, di sicuro è il suo più lungo ma con un sapiente dosaggio nei minuti di ogni singolo è riuscito a mantenere quella freschezza e follia a cui ci ha abituato.