Tinker Hatfield e Eric Avar disegnarono la scarpa per Nike nel 1991, un anno dopo l’intuizione geniale per renderla un successo planetario fu quella di metterla ai piedi dei mitici Fab 5 della Michigan University. Partiamo da li quindi con un briciolo di storia del basket: i Fab 5 (Jimmy King, Jalen Rose, Chris Webber, Ray Jackson, Juwan Howard) diedero una svolta allo status quo del mondo del basket universitario con quei pantaloncini lunghi e larghi arrivati ai giorni nostri. Lo stesso valeva per la canotta della franchigia meno fit, le prime calze nere viste su un basketball court e così fu anche per le sneakers indossate… tra queste ad un certo punto, dopo le Air Force Max, ecco le Huarache Flyght. Va detto che il quintetto non vinse mai un titolo NCAA, ma questo rende ancora più chiaro quanto furono innovativi (lo furono anche nel gioco e nel loro modo di stare in campo che fece storcere il naso a parecchi “vecchi” della NCAA) per l’estetica di tutte le stelle NBA che da li verranno, pur senza titoli riuscirono a indirizzare l’outfit di un intera lega. In definitiva il campetto da basket e la cultura street del quartiere irrompeva in TV visto che la Huarache Flight arrivò nello stesso anno ai piedi di star NBA come Reggie Miller e Scottie Pippen
Nike Huarache Flyght 1992
Tinker usò il neoprene dopo averne apprezzato la comodità nei suoi allenamenti di sci acquatico, lo inserì nella scarpa che già in versione running l’anno prima aveva fatto il suo discreto successo, poi all’altezza della caviglia decise di togliere tutto quel materiale che fino ad allora era andato a proteggerla. Ecco allora che un taglio minimale azzeccato nella parte alta e i colori nero, blu e viola realizzano quel successo che oggi conosciamo, addirittura eliminando lo swoosh che invece inizialmente era stato inserito nei disegni del progetto della scarpa.
via NIKE Inc.
La HUARACHE FLYGHT arriva ad Aprile, ci risentiamo presto per conoscere la release date.
