IL NIGHT MOVIE IDEALE: ELMORE LEONARD & BURT REYNOLDS

by Billy Bogus

Parlavo tempo fa su facebook di un piccolo incidente capitatomi, un incidente per così dire “fortunato” perché mi ha fatto incappare in questa misconosciuta pellicola diretta e interpretata da Burt Reynolds, per me icona virile per tutte le epoche: fascinoso, incazzato nel momento giusto ma sempre ironico, cinico ma in fondo bonario, e con un baffo che spacca sempre!
Rimango totalmente abbacinato da questo film dall’allure appoggiata, imperfetta e dalla sceneggiatura un po’ raffazzonata e piena di spunti alla rinfusa, insomma il classico film che ti fa sobbalzare per un attimo a chiederti da dove salti fuori un girato del genere.
“Scherzare col fuoco” (titolo originale: Stick – 1985) è un adattamento molto annacquato del romanzo del 1983 di Elmore Leonard: è la storia di Stick, malavitoso redento che appena uscito di galera cerca di riallacciare i rapporti con la figlia sbarcando il lunario, trovando ingaggio presso un miliardario interpretato da George Segal e avanzando in modo più o meno scaltro tra riti magici – la cui rappresentazione, devo dire, è davvero approssimativa – e mobster incalliti di Miami, regina di un fervido immaginario anni ottanta, anch’essa rappresentata in modo piuttosto sommario nel film.
Si dice che la Universal abbia cesellato l’opera del nostro Burt smussando completamente l’ironia e privilegiando le scene d’azione, tanto da far rinnegare il risultato finale allo stesso Leonard.

Elmore Leonard

Ma se il film appare dalla descrizione così mediocre perché ve ne parlo? Prima di tutto questa è una rubrica dedicata alla presunta serie B cinematografica (io stesso ho tempi dilatati e piuttosto imperfetti nella redazione) e poi perché sono proprio queste ammaccature a rendere affascinante il film, con i suoi i paesaggi sacrificati ma che trasudano atmosfere da puro tramonto 80’s, gli smacchi e le debordate attoriali regolarmente addolcite dallo sguardo e dall’ironia di Stick, il finale hyper-romantic (occhio! Qui spoilero) dove i due piccioncini mollano la macchina per strada e si baciano con in sottofondo una ballata, composta dallo stesso Reynolds, che accompagna gli inesorabili titoli di coda.

Per gli amanti di sub estetiche ottantiane, ma con quel piglio country tipicamente anni settanta, questo è un film che va assolutamente riesumato: è intriso di quei vapori scaturiti dai tombini, dalle insegne al neon e dai motel patinati di quegli anni, che oggi ci appaiono così esotici ed evocativi, insomma questo è il NIGHT MOVIE perfetto!

Burt Reynolds

Bene, ora dove sta il famoso incidente?
Io ho davvero scherzato col fuoco e dopo la visione di questo film un tremendo prurito si è impossessato di me: ho cominciato a cercarlo in streaming, ristampato su dvd, piratato su youtube, ma niente di niente.
Improvvisamente scorgo un rivenditore salentino che lo possiede in formato VHS, faccio un’offerta su eBay e dopo qualche giorno mi arriva a casa l’agognata videocassetta: inserisco il supporto nel mio videoregistratore con tale voracità da vergognarmene quasi. Non solo mi riguardo il film ma lo setaccio, rimandando indietro più volte per campionare alcune scene con i miei alambicchi e strummoli per il fatidico Capture Image. Al termine, mentre echeggia ancora nelle mie orecchie “I don’t think I’m ready for you” (frase che ci saremo sentiti dire almeno una volta da una donna col “due di picche” pronto in mano) riavvolgo compiaciuto e… CRACK! il nastro non riparte più, le viti sono sigillate (celebre trick degli antiqui videonolo per non farsi duplicare il nastro) quindi è impossibile riprodurre la pellicola. Andata. Pazienza, tanto quello che dovevo prendere l’ho preso quindi “adieu, mon cher Stick”, è stato bello.

Concludo il sinistro accaduto sussurrandovi che la colonna sonora è di Barry De Vorzon (mica l’ultimo dei cani, autore delle OST di Dillinger, I Guerrieri della Notte, Simon & Simon, V-Visitors tanto per citarne alcune) in compagnia di Joseph Conlan, ed è estremamente interessante: sembra una continua b-side dei themes di Harold Faltermeyer e pare non sia mai stata pubblicata! Ma tranquilli, sono sempre io, il Paninaro Bogus, e sono già al lavoro per re-editare un paio di estratti, a modo mio naturalmente.

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