“TOUGH BREAKS” DI AL SHIPLEY RACCONTA LA STORIA DELLA BALTIMORE CLUB MUSIC

by Ricky FK

 

Al Shipley si occupa della scena musicale di Baltimora da oltre 20 anni per giornali cittadini come il Baltimore City Paper, il Baltimore Banner, il Baltimore Fishbowl e l’Urbanite, oltre che per un’ampia varietà di testate di musica e cultura come Spin, Rolling Stone, Pitchfork, Stereogum, Vulture, Vice e Complex. In “Tough Breaks: The Story of Baltimore Club Music”, il giornalista raccoglie tutte le informazioni e le sfumature di 18 anni di interviste con decine di DJ, produttori, cantanti, organizzatori di feste, promoter e fondatori di club, etichette e negozi di dischi che hanno plasmato il genere Baltimore. Nel libro le storie inedite dietro etichette come Unruly Records, club come The Paradox e icone di Baltimora morte tragicamente giovani come Miss Tony e DJ K-Swift. La nascita del genere passa attraverso “personalità cittadine” le cui storie sono raccontate nel libro, come quella di Frank Ski che formò il gruppo 2 Hyped Brothers & A Dog e pubblicò la prima hit nazionale dei club di Baltimora, “Doo Doo Brown”, che arrivò su MTV e nella Hot 100 di Billboard. Frank Ski era un grande promotore di musica lavorando in radio, lo sottolinea sempre nel libro Equalizer e Scottie B che per la loro hit “I Got the Rhythm” Frank fece un gran lavoro di divulgazione, dopotutto era l’unico brano del loro primo album che non fosse troppo volgare per essere trasmesso in radio. Ma la storia più importante raccontata da Shipley è quella della label Unruly, concepita principalmente come un veicolo per le tracce dei fondatori dell’etichetta (Scottie B and Shawn Caesar) ben presto inizia a pubblicare i brani di molti dei migliori produttori della scena, tra cui DJ Class, DJ Technics, DJ Booman e KW Griff. In un certo senso, il fatto che l’etichetta principale dei club di Baltimora fosse gestita da un uomo bianco e da un uomo di colore era emblematico di come la scena fosse stata costruita da un mix interrazziale.

“Scottie already had a reputation for playing for Black crowds,” Brownlee says, noting that some nights Scottie B. may have been the only White person in the club. “I ain’t seen no [other] White people in the Ozone, unless they’re the police and they was outside.” “Scottie took me to some places that I was like, ‘Yo, I’m scared!’ He’s White, and I’m scared! ‘Nah, they cool, yo, they cool,’” Brownlee says with a laugh. “He’s a human being, that’s my brother, and I love him. Scottie is who he is. If you wanna say ‘hood pass,’ Scottie had a pass before the pass was the pass.”

Tutto ciò creò anche un parallelo con l’etichetta più importante dell’hip hop, la Def Jam, e i suoi fondatori, Rick Rubin e Russell Simmons. Poi c’è la storia di Karizma che con le sue tracce “Kong” e “Mamakossa” raggiunge il mainstream della house music globale a metà degli anni ’90 e divenne presto molto richiesto come DJ in tutto il mondo, oppure quella di Wayne Davis che aprì il Paradox, probabilmente il dance club per eccellenza di Baltimora nei successivi 25 anni.

“[Today] you see people go out and buy thousand-dollar outfits to go party for two hours,” Brownlee continues. “We didn’t do that. We dressed to sweat. We’re not comin’ to take pictures, we didn’t worry about who the DJ was, we just worried about them playing that good music.”

“Tough Breaks” uscirà il 19 Agosto per Penguin Random House. Pre order QUI.

 

 

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