Esattamente, sette album, tanti sono stati quelli di Cuninngham passati a destrutturare ogni tipo di suono e sfidando sempre il concetto di canzone utilizzando poco e alterando spesso l’utilizzo della voce. Dalle influenze techno a quelle post dubstep (dove troppo spesso è stato relegato come genere) l’inglese si è messo alla prova nel tempo con diversi generi, in “Karma & Desire” non rinuncia alle atmosfere rarefatte ed aliene a cui ci ha abituato dal 2012 in poi, ma sicuramente ammorbidisce il mood e aggiunge ospiti a cui decide di lasciare più spazio, a Sampha addirittura tre tracce.
“What an album always represents to me is, like, the beginning and the closing of a chapter, or a particular era or period.”
Quando ti metti ad ascoltare Actress sai che devi fare uno sforzo, i suoni sono evocativi e profondi, il massimo di questo a nostro parere l’ha raggiunto con il precedente album “AZD”, ma rimane il fatto che non t’impone nessun tipo di pre concetto attorno alle sue produzioni, non c’è nessuna particolare spiegazione per quello che finirà nelle vostre orecchie.
“I mean, I made it, so, however people wanna consume it, on shitloads of drugs, on LSD or whatever… I hope people just listen to it in their own space and in the way that they want to experience it, you know what I mean. I’m happy enough with that.”
Dopo il side project Young Paint e il mixtape “88” ci torna a parlare di amore, morte e tecnologia, quello che gli piace fare ma questa volta con più voci e meno distorte, una nuova sfida che finalmente potete ascoltare per intero.