Ciao amici di Venticello, come state? Passato buone vacanze? Spero che le picchiate ad Ibiza ed in giro per i festival internazionali non vi abbiano prosciugato troppo il portafoglio, ma anzi ispirato e fatto venire voglia di riprendere a comprare un po di buona musica, perché torniamo con un’edizione a tema (’70, ’80, ’90) e con tre classici che non dovreste perdervi o continuare a rimandare, se non li avete già.
CLAUDJA BARRY – SWEET DYNAMITE
Originariamente uscito per Philips sul mercato Canadese ed Europeo e per Lollipop in Germania nel 1976, vi consiglio la stampa ad opera della Salsoul del 1977, che ha una tracklist radicalmente cambiata, più efficace e sopratutto la versione del brano che da il titolo all’album mixata da Tom Moulton. Perché sebbene nell’LP c’è un pezzone che sia chiama “Love For The Sake Of Love” aka uno dei più campionati di sempre, la vera differenza, specialmente in pista, la fa proprio il mix extended di “Sweet Dynamite” e quella frase “Listen to the music…” messa li, esattamente in quel posto, che si ripete, con quella dinamica e quell’equalizzazione che solo il genio dei geni che è Tom Moulton poteva inventare, squarciando ogni genere di speaker (in senso buono) senza lasciare tante parole per un commento, ma solo i brividi.
LIL’ LOUIS & THE WORLD – NYCE & SLO
Sugli anni ’80 faccio una piccola forzatura… Avrei potuto scegliere decine di dischi tra funk, disco, soul, boogie, ma ho deciso di parlarvi di “Nyce & Slo” che è uno dei pezzi che “suono” maggiormente in questo periodo e che in pochi conoscono, nonostante ci troviamo di fronte al leggendario Lil Louis. Dico una piccola forzatura, perché la traccia è uscita fisicamente nel 1989 inclusa nel primo album “From The Mind Of Lil Louis” ma il remix in questione, insieme ad altri, è stato rilasciato solo un anno dopo in un singolo ad hoc, sempre su etichetta Epic. Mi è capitato di passarlo anche a 45 giri (quando girerebbe a 33) e funziona ugualmente. Seppur la sirena sembri un tantino ostica e violenta inizialmente, è talmente armoniosa ed ipnotica che alla fine mi fa gridare al miracolo senza nessuna esitazione.
THE FUTURE SOUND OF LONDON – ACCELERATOR
Lo so, è un classico dei classici degli anni ’90, ma è un disco talmente seminale che non si può fare a meno di averlo e conseguentemente consumarlo fino a doverlo buttare e poi ricominciare il processo. “Papua New Guinea” è senza dubbio un capolavoro che porta nei suoi quasi sette minuti tutta la completezza di una colonna sonora ed è un brano imprescindibile per chiunque ascolti musica elettronica a qualunque livello. Ma è altrettanto vero, come detto poc’anzi, che tutte le tracce contenute in “Accelerator” sono meravigliose, tanto da diventare a rotazione le mie preferite dell’album. “Pulse State” però è una di quelle che anche involontariamente mi ritrovo più spesso a maneggiare, probabilmente perché in qualche modo è una tra le più versatili, capace di stare bene in qualsiasi tipo di set.
“VENTICELLO di Marco Febbraro, è la rubrica mensile dedicata a chi preferisce la musica in formato fisico (pur senza disdegnare il digitale) e ai DJ che hanno un budget limitato (20€?) e poco tempo da dedicare all’attività di ricerca ed acquisto. Oppure, ai curiosi e più assidui investigatori di nuove uscite e vecchi classici di qualsiasi genere e provenienza. Una bella occasione per condividere idee e gusti. Una rubrica più che mai interattiva, in cui lo stesso autore si impegnerà regolarmente nel rispondere a tutti i vostri commenti e cogliere ogni suggerimento.