
Neon-Portrait, Romily Alice Walden, 2016
Come ti avevo promesso oggi ti porto nel mondo di un’artista eccezionale, ma prima di essere’artista è una donna meravigliosa, con una determinazione che ammiro molto: Romily Alice Walden, londinese di nascita ora trasferitasi a Berlino per lavoro.
Romily ci propone un’arte che indaga i temi di genere e le categorizzazioni sociali studiando con grande attenzione come questi vengono veicolati dalla nostra la società attraverso i mass media e il mondo digitale. Sicuramente l’artista in tutta la sua ricerca pone una forte attenzione alla figura femminile, quindi ai canoni di bellezza stereotipati, e propone opere che superino gli standard e le barriere che il mondo online non è ancora riuscito ad abbattere.

Utopias-IRLURL,Romily Alice Walden, 2017
Ho scoperto l’arte di Romily su Instagram (fortunatamente esiste Instagram per queste cose!), mentre guardavo delle immagini su una pagina che amo molto(Jude,like the Beatles song). Sono rimasta colpita da una sua opera che raffigurava tre corpi di donne realizzati con dei neon rosa: “Utopias” (IRL//URL). Da quel momento mi sono perdutamente innamorata della sua ricerca artistica e oggi voglio sperare che anche tu possa appassionartene.
Utopias è un’opera che ci permette di capire come una forma, una linea di un corpo reso geometrico e astratto, possa creare un’arte profonda e capace di mettere in discussione la relazione della società moderna con l’idea di sguardo e dell’essere guardati. Credo che l’indagine di Romily vada oltre l’idea di corpo come una pura fonte di piacere: il corpo è quel contenitore luminoso e stilizzato che cerca di contenere l’infinità del nostro spirito. L’opera è formata da tre neon realizzati come se fossero delle vere e proprie sculture, disposte in modo tale che la relazione con lo spettatore sia molto più forte rispetto a un neon a muro.

Utopias-IRLURL, Romily Alice Walden,2017
Non so se nello scorrere dell’immagine ti sei chiesto cosa c’entrassero le piante sullo sfondo, beh io la prima volta pensavo fosse solo per estetica… invece no! L’artista in questo modo ragiona sul rapporto tra realtà autentica, naturale e realtà digitale (oltre alle piante c’è anche del cemento) ricreando uno spazio espositivo che interagisca a 360° sia la realtà online che con quella offline. Romily è in grado di ricreare queste relazioni con tutto ciò che ci circonda: corpo, natura e oggetti inanimati. Come puoi notare, sono opere facilmente fruibili e di grande impatto, strategicamente pensate per avere un forte riscontro dal pubblico e per permetterti di poter riflettere sui concetti per cui l’artista lotta giorno dopo giorno.

My Body Is The House That I Live In: SOHO20 Gallery, NYC, Romily Alice Walden,2019
Un’altra opera che vorrei farti conoscere, sempre relativa alla neon art (ormai avrai capito che è una mia passione) è “My Body Is The House That I Live In”, formata da sette neon bianchi ai quali corrispondono diverse forme di “benessere”: fisico, emotivo, mentale, intellettuale, professionale, sessuale, sociale e spirituale. E’ un’opera molto complessa, in grado di ammaliarti: ogni ora l’artista assegna a ciascun neon un numero da 0 a 10 ( 0 è il “non-benessere” e 10 è il massimo grado di benessere), in base al numero assegnato la luminosità del neon cambierà per l’ora successiva. Viene a crearsi un’installazione che continua a mutare, ogni volta sempre diversa, un ritratto in continua evoluzione… con pò come la sua malattia.
Ah sì, non te ne ho parlato prima perchè non volevo influenzare l’idea che ti saresti potuto fare, comunque Romily è disabile, forse questo ti può aiutare a capire la sua potente e costante riflessione nei confronti del corpo, specialmente del suo. Sicuramente questa sua malattia è molto sofferta per come la società la considera, per il silenzio assordante che la disabilità porta con sè nel nostro quotidiano, una società che forse non è educata a queste questioni?
A prescindere da tutto le trovo opere esteticamente attraenti, ma con una profondità di riflessione che solo pochi riescono a cogliere. E tu, cosa ne pensi?

Primer, Romily Alice Walden, 2018
Un suo lavoro che riflette molto sulla tematica della malattia, forse più di tutti gli altri, è un documento da lei prodotto nel 2018 in risposta a una sua esperienza con dei gruppi di lavoro non abituati a lavorare con dei membri disabili. Qui Romily utilizza la pubblicazione come forma artistica dove l’informazione e l’educazione diventano protagoniste per la ricerca di un cambiamento. Come avrai capito la sua è un pratica artistica socialmente impegnata, rivolta a noi, noi che forse non pensiamo abbastanza, noi che forse non capiamo che ci sono persone disabili che lottano ogni giorno per ottenere dei diritti che non hanno!
Ognuno di noi dovrebbe interiorizzare la riflessione che Romily, in maniera così profonda e sottile, ci propone; “É imbarazzante parlare di salute nello stesso modo in cui è imbarazzante parlare dei soldi” ha detto in un’intervista che ho recentemente letto e che mi è particolarmente rimasta impressa.
Per concludere vorrei aprire una piccolissima riflessione su cui forse potremmo tornarci in maniera più approfondita: il nudo. Mi viene spesso detto: “Beh ma il nudo dell’arte contemporanea è volgare, guarda com’erano eleganti e autentiche le donne raffigurate nel rinascimento”. Credi davvero che un’artista di oggi che ragiona sul corpo, e che lo elevi, sia volgare?

Nascita di Venere, Galleria degli Uffizi, Firenze – Botticelli

Cover of MOUSSE ( Contemporary Art Magazine)

Gideon Rubin
A parer mio il corpo è uno degli elementi più magici e meravigliosi della nostra vita, tutti abbiamo una fisionomia simile ma siamo profondamente diversi! Anzi… non c’è nessun’altro al mondo uguale a te! Non la trovi arte questa? Se sei interessato alla tematica ti consiglio di vedere una mostra recentemente fatta a NY dal titolo”Naked! What’s nu(de) in contemporary art”.
Francesca Rossi,
@OTTNProjects
#BrilloBlog
P.S. Questo weekend il team di OTTN andrà a un festival super secret in Toscana, seguici sui nostri canali social per vedere le nostre avvenute!
Ah, dimenticavo, se hai delle curiosità, artisti che ti piacciono particolarmente… scrivici che nei prossimi articoli lasceremo uno spazio anche per le tue richieste. Come ho detto all’inizio, questo è un viaggio (sia mio che tuo) e vorrei che anche tu ti sentissi protagonista!