
P. Lonoce, Provincia di Brindisi, 2021
Oggi, per il nostro primo viaggio saliamo su un Intercity notte proveniente da: Parma e diretto a: Taranto.
“Viverci è come vivere l’interno di una conchiglia, di un’ostrica aperta”
Pier Paolo Pasolini, “La lunga strada di Sabbia”, estate 1959, Taranto
Qui, in Emilia Romagna dove mi trovo in questo momento, si sta celebrando tra i comuni di Parma, Reggio Emilia e Mantova il ricordo di Luigi Ghirri per il trentennale dalla sua morte.
Ghirri è il celebre fotografo emiliano con uno sguardo avanguardista, conosciuto da tanti in quanto ha influenzato molta della fotografia contemporanea e lo sguardo di altrettanti giovani fotografi: i suoi testi e i suoi scatti diventano per noi oggi un vademecum sulla fotografia contemporanea.
Ghirri amava la Puglia, era molto legato a quella terra e in uno dei suoi viaggi, agli inizi degli anni ’80, scatto oltre un centinaio di immagini, oggi raccolte in un bellissimo catalogo “Puglia. Tra albe e tramonti – Luigi Ghirri”.
Fotografie che sembrano poesie, scatti che parlano, che emozionano, che raccontano storie; scatti autentici,“crudi” direbbe Piero Percoco. Immagini che cercando di mostrare un mondo quasi etereo, sospeso tra il reale e il sogno: narrano racconti, storie di popoli, di tradizioni, di culti religiosi. Immagini che rappresentano la cultura popolare.
Luigi Ghitti fotografa la presenza della fotografia nella nostra vita e, l’inizio della sua collaborazione con gli artisti concettuali, ha dato il via ad un nuovo modo di fotografare e di concepire il mezzo fotografico.
Fu infatti uno tra i primi ad uscire dal centro della città e ad imbattersi nelle vicine periferie disadorne per cercare e ricercare, attraverso le immagini, cosa sarebbe diventato il mondo.
Con Ghirri nasce anche un forte rapporto tra strutture architettoniche e il paesaggio che le accoglie: un paesaggio che non è solo fisico ma che diventa atmosfera, l’attimo fuggente di quel momento che non diventa solo momento effimero ma l’inizio di un atto.
Fotografare è una modalità di osservare il mondo, con gli occhi di un bambino, con lo stupore e la curiosità che vogliono essere messi in luce.
Da Ghirri tutto questo ha iniziato ad essere normalità, si è data importanza ed eticità a soggetti a cui nessuno, prima di lui, dava pesò né valoriale né estetico.

P.Lonoce, Rosso passione, Taranto, 2021
Ed è proprio dai soggetti che oggi voglio raccontarvi il lavoro di un giovane fotografo pugliese: Pietro Lonoce, classe 1997, Taranto.
I sui scatti mostrano una Puglia rurale, una terra che non è solo un bel sogno vacanziero, ma un luogo che va vissuto, scoperto, e su cui ci si deve soffermare.
Una regione, che ha bisogno di tempo e di rispetto per la sua storia, viene qui riletta sia come sedimentazione del suo genius loci, memoria imprescindibile, sia come oggetto di potenziali innovazioni e progetti avanguardistici.
Il suo lavoro è spontaneo, informale, un racconto per immagini dei suoi luoghi, della sua casa, del suo cuore.
C’è un grande amore per la sua terra che custodisce gelosamente, scatti che parlano di lui, scatti intimi e profondi nei quali si ripone il suo passato e un futuro in divenire che non abbandona mai ciò che è stato.
In lui vediamo bene l’influenza di chi vuole fotografare un mondo ordinario, quotidiano ma quello che realmente lo distingue è una ricerca, tanto ironica quanto spiazzante e sottile, in contrastante armonia.

P.Lonoce, Fichi & CocaCola, San Marzano di S.G (TA), 2020
Contrasti che si riversano nei soggetti, nei colori, nei luoghi; scatti paradossali dove sacro e profano si scontrano e si incontrano, celebrando un’utopia possibile.
Come un misto all’italiana, Lonoce serve in tavola progetti eterogenei per dare, prima a se stesso poi a chi ha il piacere di guardare, diversi punti di vista sul contemporaneo.
Amici, famiglia, calcio, cibo, incompiuto (lo definirebbero il collettivo Alterazioni video), rituali religioni e culturali diventano i soggetti da lui prediletti, li cerca con ossessione ovunque lui vada. In qualsiasi posto sia, riesce a trovare sempre contrapposizioni e ironie goliardiche, che forse non sono solo parte del “suo” Sud Italia, ma dell’Italia intera. Di una cultura nata e fondata sul paradosso e sull’opposizione (vedi l’eterna questione meridionale ancora irrisolta).

P.Lonoce, Una rotonda sul mare, Torre Ovo, 2022
Queste immagini ti catturano, ti abbracciano… La prima volta che le ho viste mi sono sentita come Romina Power appena mise i suoi piedi in Salento negli anni sessanta: un’amore immenso per la Puglia e per il suo Albano ( P.s. dove si trova la sua sagoma ora Jadezzzzz?)
Negli ultimi anni le realtà artistiche in Puglia stanno creando progetti incedibili, se volete conoscere di più di questa magnifica terra, di artisti e di operatori culturali esiste una mappatura curata nei minimi dettagli dalle ragazze di Salgemma!
Il nostro viaggio per oggi si conclude qui, vi lascio in compagnia di altri scatti e sue fotografie.
Attent* potreste innamorarvi, a me è successo.