5 QUESTIONS – YELLOW TRAFFIC LIGHT

by Luca Amadasi

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The next big thing …Yellow Traffic Light, giovani in tour sulle note di “Dreamless”, lo shoegaze dei quattro torinesi ha contagiato un po’ tutti, risultato… tante date live. Jacopo, Lorenzo, Federico e Luca sono arrivati a queste sonorità attraverso un cambio di componenti e abbandonando i classici del passato, ora c’è un sogno che li tiene uniti (oltre all’amicizia e ai Tame Impala) quello di approdare ad una label USA, noi ovviamente siamo i primi a crederci. Nello spazio di cinque domande ci racconteranno del tour, dell’amicizia e ci lasciano qualche preferenza musicale.

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Ciao ragazzi, siete nel pieno svolgimento del vostro “tour” e siamo curiosi di sapere come sta andando, che tipo di riscontro da parte del pubblico avvertite ai concerti? Vi state divertendo a girare l’italia per palchi o anche voi siete uno quei gruppi che “la vita in tour non così bella come sembra”? (domanda che cela una profonda invidia, stiamo parlando di ventenni in giro a suonare, direi che può andare peggio, ndr)

Fin da quando suoniamo insieme abbiamo aspirato a far sentire la nostra musica a più orecchie possibili. Dall’inizio di quest’estate, grazie all’aiuto del booking, del manager e dell’etichetta, abbiamo visto concretizzarsi qualcosa di diverso dalle solite date sporadiche nelle province adiacenti a Torino, nostra città natale. Dopo i festival di quest’estate abbiamo iniziato a fare date nei fine settimana cercando di coprire nord e centro Italia, tutto senza un furgone ! Mentre dal 18 al 23 novembre, poco fa, è partita la vera avventura/vacanza/pazzia: lunghi viaggi, sveglie all’alba, ma soprattutto tanto divertimento e situazioni moleste. riguardo questo ultimo mini tour (il nostro primo!) abbiamo avuto ottimi riscontri a Firenze, Catania, Messina. In Sicilia soprattutto, ottima organizzazione e accoglienza (il traghetto di ritorno lo abbiamo sofferto un po’…). Ovviamente ci sono momenti meno felici, ma che facendo una panoramica su tutto quello fatto sono una minima parte.

Cosa ne pensate di questo revival dello shoegaze sia a livello internazionale (l’ultima sensazionale band è di Sydney, e risponde al nome di AU.RA) che all’interno dei nostri confini (Be Forest, New Candys, Weird.)? Si può parlare di una scena gaze italica? Vi sentite di farne parte?

Secondo noi si può parlare eccome di scena gaze italiana e ce ne sentiamo parte, l’unico problema è che non è valutata e promossa quanto in altri paesi e fatica ad emergere, come altre realtà musicali.

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Come vi siete avvicinati alla musica? Siete così giovani e già così maturi sul palco, avete iniziato adolescenti sembrerebbe… Raccontateci gli esordi.

Lorenzo (bassista), Federico (chitarra) e Luca (batteria) hanno iniziato a suonare insieme non appena è nato un’interesse maggiore riguardo la musica, cioè alla fine delle medie, e quindi non hanno mai attraversato un periodo di studio individuale iniziale prima di formare un gruppo. Mentre Jacopo (chitarra, voce) suonava la batteria già da piccolo, solo dopo è passato alla chitarra. Ci siamo poi conosciuti anni dopo a un campo musicale ad Usseglio, la scintilla che ha reso possibile essere dove siamo ora. Nel frattempo tutti e quattro abbiamo accumulato parecchia esperienza live e noi stessi notiamo che ci sentiamo più sicuri e meno tesi rispetto a poco tempo fa.

Dovessero accostarvi a una band, vi piacerebbe che si parlasse di voi in riferimento ai My Bloody Valentine o ai Jesus and Mary Chain? Oppure avate una band da cui vi piacerebbe carpire segreti…?

Allora tra i due preferiamo i MBV, ovviamente ci hanno influenzato molto nel suono e nelle melodie che mettiamo nei pezzi. Oltre a loro amiamo molto i Ride e gli Adorable che sono grande fonte di ispirazione per tutti noi!

Diteci i vostri 5 dischi imprescindibili, quelli che vi hanno ispirato e che continuano a farlo oggi.

Difficile domanda, perché c’è ne sarebbero più di 100 comunque riassumendo:
Nowhere – Ride
Daydream nation – Sonic Youth
The piper at the gates of dawn – Pink Floyd
Innerspeaker – Tame Impala
Oshin – Diiv

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