NIGHT MOVIE – ONE BODY, NO HEAD! TRIBUTO A UMBERTO LENZI

by Billy Bogus

Non v’è dubbio, tra le scomparse più sofferte di quest’anno c’è quella del grande regista Umberto Lenzi.
Pioniere poliziottesco, regista versatile ed “accademico” al tempo stesso, autore del capolavoro “Milano Armata” dove Tomas Milian (altro grande scomparso del 2017) interpreta magistralmente il ruolo del Gobbo, Lenzi ha generato nella sua carriera veri e piccoli capolavori come Cannibal Ferox, Kriminal, vera icona antagonista degli anni sessanta, oltre a “brandizzare” gli spassosissimi inseguimenti in Alfetta che accompagnavano le mie notti estive (e chimiche) da appena maggiorenne: inseguimenti che erano quasi dei pretesti per sfoggiare meravigliose soundtracks tra jazz-funk e prog rock nella migliore tradizione librarystica.
Sarebbe dunque facile celebrare il Maestro parlando di un film che tutti voi conoscete o che avete sentito nominare almeno una volta: invece la lampadina mi si è accesa grazie a un’intervista scovata di recente su Youtube dove Quentin Tarantino, che non ha mai fatto mistero sulla sua ossessione nel citare i B-masters italici, parla di un film Lenziniano totalmente assente dal mio background ed io, sentendomi terribilmente in colpa, sono andato subito a recuperarlo.

NIGHTMARE CITY (aka “Incubo sulla città contaminata”) è un film del 1980 e come un navigato nerdacchione può immediatamente realizzare dalle prime riprese è un film di genere: un misto tra uno zombie movie con un sacco di comparse (quindi gli effetti speciali sono centellinati per sicure se non ricorrenti questioni di budget) e un film post apocalittico.
Lo schema della pellicola è piuttosto rigido, i momenti di tensione sono altamente prevedibili, così come i momenti splatter. Ma il bello è proprio qui: Nightmare City è un filmaccio rassicurante a modo suo, a tratti esilarante (un “contaminato” straccia le vesti di una infermiera in ospedale mostrando il suo seno prima di assassinarla, ed altre affettuose gratuità sparse per i novanta minuti del metraggio) per cui si può provare da subito un’innata simpatia per la sua trama assurda e i suoi strafalcioni.
Ecco, gli strafalcioni (e qui mi si è acceso un lampadario intero a dirla tutta): vi sembrerà che salti di palo in frasca ma vi prego, seguitemi.
Vi ricordate il “One body, No head” di Mr.Wolf mentre prende appunti in Pulp Fiction, preparandosi a risolvere il casino combinato da Vincent Vega che accidentalmente decapita il prigioniero in macchina?
Bene, non vi siete mai chiesti perché quando il corpo senza vita e presumibilmente senza testa del malcapitato viene inquadrato in una fugace sequenza durante lo sbarazzo compare in realtà completamente integro? Beh io (che sono malato lo so) me lo sono sempre chiesto. Inizialmente credevo fosse un errore di doppiaggio: nella versione italiana il corpo veniva dichiarato “decapitato” ma in realtà non lo era, ma a contraddire questa mia iniziale teoria ci sono gli appunti sul taccuino di Wolf! “One body, no head” appunto.
E allora?
Il caro Quintino si sarà sbagliato. Per una volta, può succedere.
E invece no cari miei, tenetevi forte: è una fottutissima citazione rubacchiata proprio da Nightmare City di Lenzi.
Proprio così: ad un certo punto del film la compagna di un alto ufficiale, tramutata in zombie o meglio in “contaminata”, viene decapitata da un colpo di pistola in pieno viso e nella sequenza subito adiacente lei è accasciata al suolo stecchita sì, ma completamente integra. Quindi è vero: io sono malato, ma Tarantino lo è molto di più.
Non ho verificato questa mia teoria in rete e in tutta sincerità non voglio sapere se è confermata o addirittura risaputa, temo moltissimo il confronto con il web, ma vi prego di recuperare il film “Incubo sulla città contaminata”, farvi innanzitutto due risate sull’improbabilità del tutto e fare un confronto con Pulp Fiction proprio su quella sequenza.

Ritornando all’opera di Lenzi, quali altri elementi me l’hanno fatta risultare accattivante?
E’ decisamente alla moda. Lo so che vi scappa da ridere ma lo è davvero.
In questi giorni si parla tanto di inquinamento e di aria nociva e cancerogena, la mia cara Emilia Romagna ad esempio è infestata di inceneritori con consigli comunali che se ne infischiano altamente portando avanti i loro interessi, benissimo, cioè malissimo! Nightmare City è l’ennesimo Frankenstein cinematografico a low budget che precede di quasi quarantanni tematiche attualissime: la sua trama, come avrete facilmente potuto intuire, tratta di una epidemia scaturita da non ben precisate scorie radioattive che trasformano le persone in zombie e dotandole di una forza sovraumana, il resto del film è davvero da scoprire.

Inoltre la colonna sonora è di tutto rispetto: c’è uno Stelvio Cipriani in gran spolvero che attua una efficace strategia della tensione musicale con sferzate uptempo goblinesche e momenti più lenti, declinando il fatidico tema creato ad hoc per il film.
Presente anche “I’ll find a way to you” cantata da nientemeno che Grace Jones, brano ripescato dalla soundtrack di “Quelli della Calibro 38” di Massimo Dallamano.
Tanto per dire la OST di Nightmare City è stata annoverata nelle “35 greatest horror soundtracks” di Rolling Stone e la potete trovare in versione CD (reissue del ’97) a un prezzo decente su Discogs.

Io e le mie paturnie da cinefilo ora però vi salutiamo.
Dateci dentro.

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