
Mille Punti – Guidare da te – Video
Quest’inverno la nostra Sara ci consiglia un ascolto, qualcosa arrivato in anteprima che si chiama Mille Punti… c’è di mezzo il suo amico Eddy. Sorpresa, “Retrofuturo” ci è piaciuto un sacco e da li il blog ha cominciato a stargli dietro, puoi spizzare a fondo pagina il backstage dell’album con le curiosità per ogni traccia, era metà marzo e Retrofuturo era appena uscito. Dopo sono arrivate le prime soddisfazioni, gli ascolti, i live e tutto procede nella giusta direzione, è arrivato quindi il momento di tornare a fare due chiacchiere… con l’amica Sara.
Perchè hai deciso di adottare questo stile a 360°, dal sapore anni 70?
Perché gli anni 70 hanno un’estetica che sento molto “mia”. Penso che sia un periodo in cui si guardava al futuro con molta fantasia: noi stiamo vivendo quel futuro che, guarda a caso, non si è rivelato come ci si aspettava ai tempi e questo errore di prospettiva mi affascina molto. Insomma, sono un fan degli anni 70 perché erano un periodo in cui si è sbagliato tanto, ma con stile.
Il tuo album di debutto, uscito il 15 Marzo di quest’anno, s’intitola “RETROFUTURO”, sei più vintage o sei più contemporaneo ?
Io mi sento più contemporaneo. Mi piace usare l’estetica degli anni 70 come se fosse qualcosa di rinnovabile, aggiornabile ai giorni nostri. Non sono un nostalgico, mi piace vivere il presente e non mi piacciono quei progetti che copiano con lo stampino la roba del passato.
Personalmente la traccia che preferisco è “Una Stupida Follia”, sia per il testo che per il beat. Raccontaci il verso di una tua canzone che pensi rappresenti completamente il tuo io e il tuo modo di essere.
Credo che sia impossibile perché ogni canzone mette in luce una parte diversa di me. C’è però un pezzo a cui sono particolarmente legato, Quando Guidavi Tu, che racconta il rapporto che avevo con mio padre. Sono un fan dei versi stringati, che nascondono un mondo dietro una manciata di parole: in questo senso il mio verso preferito del pezzo è “Quando guidavi tu non mi accorgevo che/eravamo noi le distanze”. In un’immagine così semplice c’è tutto quello che avrei voluto dire a mio padre.
Credo che tu abbia avuto un grande coraggio a proporre questo genere musicale in Italia. Tu cosa ne pensi ? Ti soddisfa l’impatto e la risposta che stai ricevendo dal pubblico?
Ti ringrazio! Mi piace moltissimo quel modo tutto italiano di fare disco music e penso che sempre più gente se ne stia accorgendo. È affascinante perché è una tradizione tipica italiana ma ancora “segreta”, da scoprire. La cosa bella è che questo progetto sta convincendo la gente con il live, concerto dopo concerto. Evidentemente il pubblico capisce quanto sia fico ballare cantando, senza doversi neanche inventare le parole in inglese maccheronico ahah.
Descriviti con 3 aggettivi ?
Arancione, giallo, rosso.
Qual è la canzone che avresti voluto scrivere ? E quella che stai ascoltando di più?
Eh, bella domanda… Probabilmente “Amarsi un po'” di Battisti, sennò tra le più recenti non mi sarebbe dispiaciuto scrivere “Do I Wanna Know” degli Arctic Monkeys. Ultimamente sto riscoprendo Random Access Memory dei Daft Punk, “Touch” è la canzone su cui schiaccio più spesso il tasto “repeat”.
Pronostico per il 2020
2 fisso
Domanda finale di rito: sneakers preferite ne hai ? Quelle da cui proprio non ti vuoi separare.
Non sono un grande fan delle sneakers, ma se dovessi dirtene un paio ti direi le adidas samba bianche come quelle che ho su ora.