
Prevista #1 “Anatomia del Vuoto”, Installation View, Spazio Iemmi sponsor tecnico, 2019
Oggi scrivo qui per condividere con te tutto il tumulto di emozioni che ho passato questo weekend…
Ho 20 anni e tanto da imparare, ancora mille sogni nel cassetto da realizzare, però questa settimana ne ho realizzato uno. Un sogno grande, uno di quelli che speri di raggiungere, ma che non credi mai fino in fondo si possa realizzare così rapidamente. Per la prima volta, ho avuto il privilegio di poter curare una mostra di arte contemporanea, di poter dire la mia, di poter vedere come davvero si lavora nel settore… sono stati giorni pieni di emozioni che forse non riesco nemmeno a trasmetterti in maniera coerente e chiara. Io ci provo, vediamo cosa ne salta fuori.
La mostra che abbiamo curato si intitola “Anatomia del vuoto” ed è la prima personale a Parma dell’artista Daniele Arosio. La sua non è un’arte propriamente “ultra-contemporary” (come quella che ti ho presentato nei post delle settimane precedenti), ma più legata al periodo tardo informale che sembra un po’ il suo punto di partenza. Conosci Alberto Burri? Ecco, un’arte materica così, che indaga la dimensione gestuale, ed esplora continuamente materiali e tecniche sempre più personali. Questo permette all’artista di creare opere di pura emozione e al curatore di poterle presentare al mondo. Per me, poterne venire a contatto da così vicino, ha fatto venire i brividi.

Alberto Burri, 1966
La prima volta che ho incontrato Daniele e visto le sue opere di persona è stato durante una “studio-visit” (quando il curatore visita lo studio dell’artista) in una fabbrica dismessa nella periferia di Milano. Le sue opere uscivano da ogni dove: schizzi, bozzetti e progetti che creavano un percorso e una storia che voleva essere raccontata.
Per la prima volta ho preso tra le mie mani un’opera, l’ho disposta in uno spazio, ho cercato di vedere come potesse interagire con le altre, cercavo di costruire un messaggio da trasmettere, un percorso da far provare. Dopo ore in quella stanza, dalla quale non sarei mai più uscita, ho scelto un dipinto, il primo. Non so come spiegartelo, non so neanche a cosa paragonare questa sensazione per fartela provare… Forse è come quando fai un esame orale e il prof. ti fa esattamente tutte le domande che sai meglio, ti senti completo e leggero allo stesso tempo.

Site-Specific Installation, Daniele Arosio, 2019
Quando Daniele ha portato le opere nella location che abbiamo scelto a Parma, eravamo tutte molto emozionate, un misto tra sogno ed entusiasmo. Poter prendere i quadri, spostare le sculture, e vedere lo spazio che si trasforma sotto i tuoi occhi è un qualcosa di unico. Era come se tutto diventasse sempre più concreto… Eravamo lì, io, le opere, del vino e il mio team.
Un team che ogni giorno mi dà forza, mi sprona ad alimentare le mie ambizioni e a cercare di avere la giusta grinta per far vedere al mondo quanto valgo. Siamo quattro donne, forti, con la caparbietà tale da non abbatterci davanti a questo mondo che ci scuote ininterrottamente (perché si, il mondo dell’arte è un pò così… maledettamente affascinante ma allo stesso tempo strettamente competitivo). Coraggiose a tal punto da essere andate contro tutti e riuscire nel nostro obbiettivo: creare qualcosa per te, te spettatore, te artista, te amante dell’arte.

Stuzzicadenti, Daniele Arosio, 2019
Con questa serie di #Previste vogliamo farvi assaporare tutto il fascino degli artisti che selezioniamo e mettervi a contatto con l’energia delle loro opere. Credo che con “Anatomia Del Vuoto” un pochino ci siamo riuscite.
In questi giorni, ho osservato gli sguardi della gente che entrava alla mostra e che rimaneva sorpresa e ammaliata da quello che le stava intorno. C’è chi è rimasto coinvolto chi meno, ed è gusto cosi. Tra sorrisi e piccole smorfie la soddisfazione cresceva sempre di più. Le opere di Daniele non sono spiegabili a parole ma abbiamo cercato di trasmettere la sua profondità…

Site-Specific installation, Daniele Arosio, 2019
Potrei andare avanti ancora per ore e ore e so che diventerei ripetitiva e forse noiosa, prima di lasciarti ti pongo alcune domane che mi sono chiesta durante questi giorni mentre osservavo chi è venuto a vedere la nostra esposizione. Cosa pensi quando entri in una mostra? Ti fermi ad osservare le opere? Ti lasci trasportare dalla loro energia? Dicono che in media una persona si ferma davanti ad un’opera per 8 secondi. Pazzesco, no?!

L’artista Davide Serpetti in visita alla nostra prima #Prevista
Io ti consiglio di provare a soffermati più di 8 secondi davanti a quel pezzo che al primo sguardo ti colpisce. Non domandarti perché proprio quello, cosa ti abbia rapito, soffermati e guardala. Non farti troppe domande, lasciati trasportate dalla sua sensualità, dalla sua potenza, dalla sua voce, perchè le opere parlano, anzi a volte urlano, forte, fortissimo.
Francesca Rossi,
@OTTNProjects
#BrilloBlog
P.S. Domenica prossima sarà l’ultima data della nostra Prevista #1 e il team di OTTN ti aspetta a Parma. Per vedere cosa abbiamo combinato settimana scorsa e la nostra super torta (grazie Erika e la sua super dote da cake designer) passate sulla nostra pagina Instagram