FRUI/FRUSTRA-zione turistica nel cuore delle Dolomiti

by Francesca Rossi Minelli

@dolomiticontemporanee

È quasi arrivato l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata Concezione, giorno che, per tradizione vuole essere riempito con la preparazione dell’attesissimo Albero di Natale. Questo è quel momento dell’anno dove si inizia a crearsi nelle case il calore del camino, quell’atmosfera magica e natalizia, di vacanza, di famiglia, di montagna.

Per questo oggi vi vorrei parlare di una realtà “montana” nel cuore delle Dolomiti che, dal 2011, riqualifica attraverso la cultura, grandi siti abbandonati o sottoutilizzati, come ex fabbriche, ex architetture storiche, civili e militari, particolarmente significative, o aree territoriali “depresse”.

Dolomiti Contemporanee, titolo del progetto, prende a cuore questi “siti perduti”, nella montagna dolomitica, riportandoli al centro della loro identità,  in una serie articolata di programmi di rigenerazione territoriale, che vogliono riguadagnare risorse preziose, concependo per esse nuove destinazioni d’uso.
Il progetto si occupa di Paesaggio e di Patrimonio attraverso un pensiero concreto che affronta nodi problematici. La riflessione intellettuale sull’identità della montagna contemporanea, sulle sue potenzialità e sulle sue criticità, viene condotta operativamente attraverso una pratica sul campo. I siti di progetto sono riattivati grazie alla Residenza internazionale che diventano il corpo centrale del progetto. Ogni anno centinaia tra artisti, curatori, architetti, designers, paesaggisti, filosofi, esperti del territorio, popolano i siti riattivati, contribuendo al loro riscatto.

Il progetto diventa dunque un luogo dove riconfigurare spazialmente e concettualmente, attraverso le arti, le Dolomiti, considerate lo spazio fisico a cui si è deciso di applicare uno sguardo e un pensiero critico ri-attivatore. Le montagne diventano dunque uno spazio d’azione culturale, e un grande cantiere di stimoli.

@Dolomiticontemporanee

Il programma, una volta individuato lo spazio di intervento, prevede l’occupazione temporanea dei complessi, che vengono trasformati in motori culturali e centri espositivi. Al loro interno si attivano le residenze, in cui vengono ospitati gli artisti, oltre 200 nei primi quattro anni di attività. La fabbriche sono normalmente chiuse da anni o decenni ed è estremamente bello e soddisfacente vedere che, la loro nuova vita, parte da una riapertura come centri di produzione culturale ed artistica.

Il progetto è supportato da moltissime aziende partner, che forniscono agli artisti materiali, supporti per le lavorazioni, e l’assistenza per realizzare le opere. Viene dunque a crearsi un rapporto osmotico da loro definito come “produttivo culturale”.

Per gli spazi più grandi e con un’”inerzia maggiore” vengono progettati programmi più a lungo-medio termine, specialmente per il nuovo spazio di casso e il progettoborca. Ques’t ultimo è stato attivato nel 2014 sull’ex villaggio eni di  Borca di Cadore, sui quali si sono avviati azioni e processi che non si limitano a generare solo un impulso al riavviamento, ma si impegnano nella ridefinizione culturale ed identitaria di questi beni, dei quali si intende riabilitare appieno il potenziale, in modo rinnovativo, ma in coerenza con la loro significativa storia pregressa.

7 agosto 2020, fukte, the shape of wind of to come.

Dolomiti Contemporanee attraverso la curatela di Gianluca D’Incà Levis diventa così un vettore culturale che riprocessa risorse e paesaggi attraverso una visione trasformativa, con la tecnica del contemporaneo.

Una’azione molto curiosa è stata eseguita nel 2020, quando  Dolomiti Contemporanee ha aperto i suoi orizzonti collaborativi andando ad istaurare una relazione con Fondazione Malutta, fondazione che contribuisce nello sviluppo artistico-culturale della laguna di Venezia e della sua compagna di vicinato, Mestre.


La collaborazione ha messo in relazione le attitudini costruttive dei due progetti, la laguna e le dolomiti, due beni Unesco e aree territoriali prossime, nelle quali il contemporaneo vuole assumere un ruolo di medium riflessivo, sperimentale e critico, sulle identità e sulla rigenerazione dei luoghi, contribuendo a rinnovarne la cultura e riprocessandone il sedimento storico.

Una mostra collettiva di 13 incredibili giovani artisti con l’esposizione di opere prodotto nell’arco di circa 8 mesi utilizzando la residenza di progettoborca presso l’ex villaggio eni di corte di cadore come campo base e atelier di produzione.
Un’azione molto interessante con un’approccio innovativo e anche un pò critico sul tema della fruizione turistica, dell’immagine edulcorata, della ridondanza degli stereotipi identitari, e della presenza di elementi fuoriposto, che male o per nulla si conciliano con le sue radici e l’identità del luogo.

Vaccanza, un titolo che cade a pennello e che gioca senza nessun moralismo ma con chiave ironica e antiretorica nello spazio surreale della montagna. 

Quindi, se in questo clima natalizio vi viene voglia di una gita in montagna, perchè non andare sulle Dolomiti?

Amaci, giornata del contemporaneo 2022 @dolomiticontemporanee

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