FABIEN KNECHT: UNA GALLERIA NATURALE

by OTTN

Isolation, FabianKnecht

Dopo una settimana caratterizzata da forti dibattiti riguardanti l’allarmante situazione ambientale, anche Brillo Blog ha deciso, nonostante oggi non sia il #fridayforfuture, di tingersi di verde e di presentarti un’opera relativa a questa tematica.
Abbandoniamo social e virtualità per calarci nell’animo profondo dell’arte, grazie a Fabian Knecht, artista tedesco di fama internazionale il quale, tramite il suo estro creativo, progetta opere di grande funzione sociale.

Facciamo una premessa…
La relazione fra arte e scienza è sempre stata al centro di numerose contestazioni e oggetto d’indagine da parte di molti artisti, mossi dall’esigenza di ricercare come, questi due territori apparentemente disgiunti, abbiano in realtà un legame viscerale.
L’arte è lo specchio (ma anche il traino) della nostra società, del nostro mondo, del nostro modo di essere e di vivere, educare e sensibilizzare i cittadini ad un confronto con problematiche di tale portata, rende gli artisti più vicini a noi e alle ricerche attuali.

Sicuramente, parlando di queste tematiche, dovrei parlarti di Olafur Eliasson, (tra l’altro uno dei miei artisti preferiti) ma la sua pratica artistica è davvero incredibilmente complessa e non basterebbe un solo articolo. Se sei interessato all’argomento, ti consiglio di guardare la puntata, a lui dedicata, di Abstract, una serie tv targata Netflix davvero appassionante!

Torniamo a noi…

L’ultimo lavoro di Knecht è un’installazione immersiva, intitolata “Isolation”, realizzata in  una foresta ad Est di Berlino.
La scelta oltraggiosa, e al contempo geniale, è stata quella di portare una galleria all’interno della natura e non, come è consuetudine fare, il contrario. L’artista ha letteralmente isolato una parte di terreno, costruendoci attorno un tendone bianco il quale ricorda una galleria contemporanea in stile White Cube. L’idea di uno spazio bianco e asettico, tanto di moda ultimamente, viene distorta in un luogo non costruito a priori, ma partendo dal suo contenuto interno. L’obiettivo, che ha mosso l’artista nella realizzazione dell’opera, è quello  di catturare e mettere in risalto la pittoresca natura del paesaggio, rievocando sentimenti contrapposti: ansia, desiderio, meraviglia, angoscia.

Tu che sentimenti provi nel vedere queste immagini? Riesci a teletrasportarti in quella situazione? 

Isolation, FabianKnecht

La grande forza di Fabien sta nell’aver decontestualizzando l’opera dall’ambiente circostante, trasformando il campione di paesaggio in un “microcosmo” con tutte le sue caratteristiche specifiche. Percorrendo “Isolation” dall’inizio alla fine, si prende consapevolezza del fatto di non essere più in grado di percepire lo splendore che quotidianamente ci circonda. Perchè? Forse per colpa di un’estetica web che ci mostra, in pochi secondi, qualunque cosa vogliamo vedere? Con una resa a dir poco spettacolare? Hai mai fatto questa riflessione?

Trovo geniale e incredibilmente interessante il suo lavoro, in quanto si pone in esatto contrario rispetto a quello che molti artisti fanno: Fabian è riuscito a dar vita ad una galleria ad hoc per poter  incorniciare il paesaggio, non ha portato o ricreato la natura.

Isolation, FabianKnecht

Provo a farti un esempio pratico.
Quando eri bambino ti è mai capitato di raccogliere una margherita, per poi giocare a “M’ama non m’ama”? Quanto eri felice e meravigliato per quel fiore raccolto?
Questa operazione equivale a quella che un artista fa, nel momento in cui espone la sua opera in una galleria d’arte. 

Ora pensiamo a un campo di margherite, immenso ed infinito. Quanto può essere incredibilmente fiabesco? Molto più di una semplice margherita, non trovi? Ecco, questo lo possiamo paragonare all’operazione di Knecht. Ha portato noi spettatori di fronte alla bellezza e all’incantevole forza della  natura, spesso al giorno d’oggi dimenticata.

Ricordati: l’opera esiste in relazione a noi visitatori, che osserviamo, interagiamo e occupiamo lo stesso spazio, vivendo insieme un momento unico e irripetibile.

Ora ti starai chiedendo: Come può considerarsi arte tutto questo? Alla fine la natura esiste, l’artista l’ha solo “rinchiusa”.

In realtà il gesto di Fabian è molto profondo: ha isolato ciò che tutti noi siamo abituati a vedere con i nostri occhi, lo ha mostrato in forma di installazione immersiva, affidando al  paesaggio un nuovo significato; ed è in questa operazione che si eleva il suo incredibile valore artistico.

Isolation, FabianKnecht

Che dici, entriamo a vedere cosa si nasconde al’interno di queste pareti bianche? Mi raccomando, attento a dove cammini!
All’interno della struttura, sotto i nostri piedi, un terreno fangoso ci accoglie e in un’attimo siamo immersi tra tronchi d’albero caduti e piccoli arbusti, il tutto avvolto da un odore di terra umida, muschio e sottobosco. Riesci a sentirlo? 

Avventuriamoci oltre il primo recinto ed entriamo nella seconda stanza. Lo senti? Il suono dell’acqua corrente conduce lungo un ruscello di una piccola cascata, la cui falda, offre uno spettacolare gioco di luci fluorescenti, dato dal riflesso con l’acqua. Fiabesco, non trovi? 

Isolation, FabianKnecht

Ora lascio continuare alla tua immaginazione, il nostro viaggio, per oggi, finisce qui, ma se vuoi proseguire in autonomia ti lascio le coordinate geografiche dove l’installazione è posizionata: 52°33’44.1”N 14°03’12.8. Il luogo si trova fuori Buckow, Märkische-Schweiz, in una regione nota per i suoi percorsi curativi e le terme Kneipp. Se dovessi passare di lì, ricordati di questa meraviglia!

Francesca Rossi,

#BrilloBlog

@OTTNProjects

 

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