COME INTERPRETO L’ARTE CONTEMPORANEA (Parte 2)

by OTTN

Artist Cai Guo Qiang

In questo blog, diviso in tre parti, vi parlo di come ho iniziato il mio viaggio verso un’interpretazione più personale dell’arte contemporanea. Andando oltre i testi dei critici, le statistiche del mercato e le grandi analisi di curatela, per cercare di rispondere ad una domanda che mi viene fatta spesso da chi non è del settore “come si fa a capire un’opera contemporanea?”.

Sono entrata in questo mondo quando vivevo ancora a Los Angeles, e la gavetta l’ho fatta tutta: dall’intern non pagato in galleria, alla volontaria presso il LACMA e presso il Getty, poi l’assistente all’assistente curatore del Getty e così via. Non me ne vergogno perchè questo continuo migliorarsi e crescere uno scalino alla volta, seppur piccolo, mi ha dato la possibilità di riuscire a fermarmi ad ogni piano e capire i meccanismi guardandoli da vicino. Allo stesso tempo facevo la cameriera e altri mille lavoretti che mi davano la possibilità di continuare la relazione con il “mondo reale”, perchè a volte è facile perdersi nella bolla del mondo dell’arte. Questo continuo rimanere a cavallo tra le due realtà aumentava il mio desiderio di creare una comunicazione sincera tra le due. 

Getty Museum

La difficoltà maggiore è che l’arte è estremamente personale, e non ci sono realmente cose da “imparare”. Non posso suggerire di considerare l’opera di Mario Merz come metro di paragone per giudicare il resto “bello” o “brutto”. La soggettività è un grande punto di forza e allo stesso tempo un limite per chi si chiede “ma cosa significa?”. Se tutto è arte, cos’è arte? Se una scarpa in un museo è arte, se una performance di torte in faccia è arte, se un mazzo di fiori finti in un museo è arte, allora cos’è arte?Forse però questo è il riflesso del nostro tempo, un tempo in cui se “vale tutto, allora non vale più niente”. E’ tutto estremamente personale e soggettivo. Non c’è giusto e sbagliato, ma questo è un concetto che io cerco sempre di eliminare anche nella vita di tutti i giorni: il concetto di giusto e di sbagliato crea una linea di separazione tra il mio pensiero e l’esterno, così come il giudizio in generale. “Ogni volta che giudichi perdi una parte della tua creatività” diceva un mio professore universitario, ed è una cosa che trovo vera; possedere giudizio è diverso dal giudicare: posso dire “questo quadro non ha nessun tipo di risonanza con me, quindi a mio parere non è arte” (perchè nella prima parte vi avevo detto di considerare l’arte come tutto ciò che vi da emozione), che è diverso dal giudicare un quadro “brutto”.

Mario Merz

Quindi come si guarda un’opera d’arte contemporanea?

Due settimane fa sono andata a visitare la Guggenheim di New York, prima che chiudesse lo show piu visto di sempre: Hilma Af Klint “Paintings For The Future”.

Davanti ad uno dei suoi quadri di grandi dimensioni, sono rimasta immobile per oltre un’ora, non riuscivo a muovermi, o meglio, non volevo muovermi. Volevo capire fino a che punto potesse smuovermi l’opera di una delle più grandi pittrici di tutti i tempi. Mi sono imposta di varcare la fase del “wow” iniziale, poi quella dell’analisi critica, poi quella della commozione, per arrivare ad una quarta fase che non avevo mai raggiunto: percepire il momento in cui quel quadro è stato dipinto, insieme al pensiero dell’artista.

Ero io che lasciavo che questo accadesse, davo al quadro questa concessione e questo accadeva semplicemente perchè mi trovo in una fase personale della vita in cui spiritualmente sento una connessione con Af Klint e le sue visioni astratte. Non tutti siamo a questo punto e questa connessione non si può forzare. Ogni spettatore si trova in un momento diverso della propria vita, ad un livello specifico. Chiunque guarda un’opera, quindi, si connetterà e troverà affini solo quelle degli artisti che comunicano bene a quel livello. Il fatto che questo sia stato lo show più visto nella storia del museo, potrebbe farmi pensare che quelli di Hilma siano in realtà quadri in grado di comunicare con molti, o per lo meno in grado di colmare un grande bisogno di spiritualità e introspezione di cui c’è  mancanza oggi.

Artist Hilma Af Klint

Ultima parte il 6 Maggio!

Giorgia Ori

@OTTNProjects

#BrilloBlog

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