COLLETTIVO ORIZZONTALE

Nuove modalità di fruire lo spazio pubblico

by Francesca Rossi Minelli

Riverpark, Roma Collettivo Orizzontale

La scorsa settimana abbiamo parlato delle piazze come luogo di incontro, di unione, di condivisione e di come l’urbanistica tattica sai un’approccio interessante per modificare la percezione e l’utilizzo del luoghi pubblici. 

Ma se, al posto di intervenire con grandi colori e grandi opere visibilmente accattivanti, si desse forma a nuove strutture che creano spazi pubblici relazionali, nuovi e site-specific? Oggi partiamo da qui, e dal chiederci: “Cos’è e cosa intendiamo per spazio pubblico?”
Iniziamo analizzando le due parole.
Spazio: in fisica il termine è definito come un’entità indefinita e non limitata che contiene tutte le cose materiali; è una dimensione spazio-tempo.
Di conseguenza lo spazio pubblico è la dimensione del quotidiano, dove noi (esseri umani) viviamo in uno spazio condiviso come abitanti di uno stesso luogo, città, paese. 

Negli ultimi anni abbiamo vissuto un progressivo svuotarsi delle comunità negli spazi collettivi, la vita frenetica, i ritmi lavorativi molto elevati, grandi spostamenti e globalizzazione sono tutti elementi che non permettono allo spazio pubblico, per la sua conformazione, di soddisfare i bisogno più urgenti della comunità.
È indubbiò che i bisogni sociali del nostro tempo sono cambiati, e che le necessità mutano con i cambiamenti storici, politici e culturali. Ma allora quale può essere la soluzione per avere uno strumento di indagine sempre scalabile?

Oggi la risposta la possiamo trovare andando ad analizzare il lavoro incredibile e potrei dire unico in Italia, svolto da un collettivo di architetti di roma: Orizzontale.

Orizzontale è collettivo pluripremiato nato a Roma nel 2010 e che ha fatto dell’architettura, e della progettazione partecipata sul campo, strumenti di indagine transdisciplinare che accorciano le distanze tra il professionista (l’architetto) e le persone che vivono la città e i luoghi. 

YAM, Orto botanico di Roma
Collettivo Orizzontale

Una particolarità del loro operato è che le costruzioni e le infrastrutture fisiche, da loro progettate, hanno sempre uno sguardo al contesto in cui vanno ad operare, per una rigenerazione urbana che trasforma fisicamente il territorio per la cittadinanza che lo vive.
Orizzontale costruisce comunità attraverso la costruzione di edifici. Il lavoro lavoro non è mai esclusivo anzi, il loro agire comporta unire, nei loro interventi, professionisti di diversi campi d’azione come  artisti, comunicatori, fotografi, sociologi e psicologi;  allo scopo di riattivare gli spazi comuni e contribuire a processi di rigenerazione urbana che mettano al centro l’abitante dei luoghi.

Un processo condiviso per co-progettare interventi ad hoc, che possano rispondere a reali urgenze e bisogni dei cittadini, riuscendo ad attivare sistemi collaborativi in spazi collettivi e condivisi. 

Tutti gli spazi pubblici che Orizzontale progetta e realizza, oltre alla grande bellezza estetica e la perfetta compatibilità e armonia con l’ambiente nel quai essi si inseriscono, coinvolgono attivamente cittadini, con lo scopo di creare legami di comunità ed intervenire con modalità nuove per stare insieme collettivamente. 

Effimero, Salento
Collettivo Orizzontale

L’architettura del collettivo orizzontale è un’architettura temporanea: in uno spazio pubblico delimitato (una piazza, un cortile o qualsiasi altra cosa) il collettivo, insieme alle persone coinvolte, lavorano per realizzare insieme oggetti, opere o costruzioni non definitive.Questa modalità consente al collettivo di capire come effettivamente le persone usano lo spazio e se il progetto pensato può avere margini di miglioramento. Indagini che vengono fatte sul campo, per sperimentare realmente che tipo di utilizzo si può avere.

 Come ultima cosa vorrei porre l’accento ad un’altro elemento fondamentale del loro operato, ovvero: i residui di scarto. Scarti non solo di derivazione urbana ma anche legati all’immaginario, diventano il cuore pulsante di tutti i loro interventi. Quei  luoghi dimenticati, i cosiddetti “rifiuti rubani” degli spazi residenziali mai utilizzati, prendono così nuova vita.

Insomma il mio grande consiglio è quello di andare a dare un’occhiata a tutti i progetti incedibili da loro realizzati e le collaborazioni internazionali che sono riusciti ad attivare, perchè il loro lavoro è sensazionale ed unico.

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