Per comprendere il processo creativo che portò alla creazione di un manifesto glam rock come Children of The Revolution bisogna tornare al 1967. In quell’anno i Beatles pubblicarono il disco Magical Mystery Tour: l’ispirazione venne a Paul McCartney dopo un breve viaggio negli Stati Uniti nel quale incontrò i membri dei Jefferson Airplane che lo guidarono alla scoperta della coloratissima e psichedelica cultura hippy californiana. Tornò in Inghilterra pieno di entusiasmo e con il cervello brulicante di idee per la realizzazione di un film e una conseguente colonna sonora: qualcosa che portasse nella grigia Albione l’esperienza degli hippy che giravano gli USA su pulmini coloratissimi, perseguendo i loro ideali di pace e amore. Sottopose il suo progetto agli altri membri dei Beatles e al produttre Brian Epstein che ne furono subito affascinati. Tuttavia il film, girato con un stile semi-documentaristico, non ottenne il risultato sperato ma diede comunque vita ad un doppio album strepitoso a cui, oltre ai brani della colonna sonora del film, venne aggiunta una seconda parte composta da alcuni singoli diventati leggendari come Strawberry Fields Forever, Penny Lane e All You Need Is Love. Arriviamo così al 1972: Marc Bolan, leader dei T. Rex, si trova in studio insieme ai membri della band per realizzare il film Born To Boogie, appena un anno dopo la pubblicazione del loro capolavoro Electric Warrior. L’opera consiste in una raccolta di filmati registrati all’Apple Studio di Londra con parecchi riferimenti al sopracitato Magical Mystery Tour: il regista del docufilm infatti non è altro che l’ormai ex batterista dei beatles Ringo Starr. È proprio in questa occasione che viene registrata la prima versione di Children Of The Revolution con lo stesso Ringo Starr alla batteria e un giovanissimo Elton John al pianoforte. Un filmato dell’incisione in studio, caratterizzato da un’atmosfera giocosa e affascinante, viene inserito in Born To Boogie: all’inizio Elton John suona il pianoforte e Marc Bolan canta letteralmente dentro la cassa dello strumento. In seguito Bolan imbraccia la chitarra e inizia a suonare accompagnato dalla batteria di Ringo. Lo studio di registrazione è arredato in modo estroso e volutamente kitsch, in pieno stile glam rock, con addirittura degli animali imbalsamati. La versione che tutti conosciamo di Children Of The Revolution uscì solamente nel settembre dello stesso anno, arrangiata in chiave quasi hard rock e registrata da Bolan assieme agli altri membri dei T. Rex; è contraddistinta da un riff di chitarra lento ma incalzante e dalla presenza del basso che va a sostituire il pianoforte presente nella prima versione. Il testo del brano esalta gli ideali di libertà e ribellione contro il sistema tipici della controcultura hippy e dei movimenti studenteschi del ’68 aggiornati però in “salsa glam”: ne è un esempio la strofa in apparenza nonsense che recita “Io guido una Rolls Royce, perché mi fa bene alla voce” e che invece è un inno all’edonismo nella sua chiave più positiva, come ricerca del piacere senza costrizioni morali. Il brano, che uscì su 45 giri con le b-side Jitterbug Love e Sunken Rags, non riuscì ad ottenere la prima posizione nella classifica britannica come i quattro precedenti singoli contenuti negli album Electric Warrior e The Slider: tuttavia si classificò comunque al secondo posto e con il passare del tempo diventò uno dei pezzi più celebri della carriera della band di Bolan, sicuramente il più simbolico della loro estetica musicale. Children of The Revolution nel corso degli anni fu inserita nelle colonne sonore di numerosi film di successo tra cui l’incantevole film britannico del 2000 Billy Elliott.
“CHILDREN OF THE REVOLUTION”, T.REX, 1972
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