
Mutation 2, Charles Pètillon
Oggi torneremo a volare, ma con un mezzo decisamente particolare! Saremo in compagnia di splendidi palloncini bianchi che ci permetteranno di fluttuare accanto all’artista francese Charles Pétillone e alle sue sorprendenti installazioni. È stata la sua arte, delicata ed elegante, che ho avuto il piacere di vedere con i miei occhi nel 2015, ad avermi spinto ad avvicinarmi a questo mondo. Come potevo non parlartene!

Igloo, Charles Pètillon
L’artista indaga costantemente il rapporto tra uomo e natura grazie all’invasione irruente di palloncini, che diventano strumento essenziale della sua arte. Le sue installazioni, poste in spazi e ambienti non convenzionali, creano un’immaginario che si presenta da un lato infantile e dall’altro minaccioso e cupo. A te che sensazione provocano gli scenari presenti in queste immagini? Secondo me profumano di quell’infinito e di quella libertà che respiravo da bambina.
Le opere di Charles sono vere e proprie metafore, degli espedienti, di cui si serve per farci ragionare e farci cambiare la nostra visione nei confronti della realtà quotidiana, specialmente in relazione a quegli oggetti con cui siamo a contatto ogni giorno, ma che la quotidianità ci ha portato a non farci più caso, a non notarli. Quante volte ti capita di passare nel tuo paese d’origine ed essere talmente abituato a quello che ti sta intorno da non notarlo nemmeno?

Souvenirs de famille, Charles Pètillon
È un’arte che ci parla di decadenza, di nostalgia e di paura. Paura di stancarsi della quotidianità , paura di essere annoiati da ciò che ci circonda e paura di diventare passivi nei confronti del mondo esterno. Charles Pètilllon vuole, attraverso le sue installazioni, evitare questa preoccupazione rompendo i confini della realtà e ridisegnandoli secondo schemi irrazionali. L’artista crea continuamente conflitti tra la staticità dei luoghi che sceglie per le sue opere e la spensieratezza che un oggetto, come un palloncino bianco e radioso, può liberare. La dicotomia tra dinamicità e staticità, natura e uomo, diventa così l’istanza primaria del suo pensiero etico ed estetico, un pensiero che concretamente si traduce in immagini pure, leggere e innocenti. Sciami nebulosi creano la sua cifra stilistica dominante: una volta gonfiati e assemblati, i palloncini creano una forma astratta,emotiva, passionale e decisamente armonica. Più guardo le sue immagini più ne sono innamorata!

PlayStation 2, Charles Pètillon
Ah, dimenticavo… ogni sua installazione viene catturata in uno scatto perfetto, meticoloso e attento al minimo dettaglio. Charles, infatti, si considera un “etnologa” di immagini e un’archeologa di forme: ogni fotografia da lei scattata viene creata secondo una procedura impeccabilmente precisa.Vorrei spendere due paroline per raccontarti il suo progetto “Invasion” per poi parlare invece della sua super installazione al Cover Garden di Londra, ma procediamo con ordine.
Invasion è un progetto fotografico che raccoglie una serie di installazione realizzate tra la Francia e L’Inghilterra, con l’obiettivo di dare nuova funzione agli spazi, cambiare la percezione e trasformare lo sguardo di chi ne viene a contatto. Sono scatti che ti permettono di passare da una percezione pratica ad un’emozione visiva: raffigurano opere fragili, così come fragile è il tempo, specialmente quello passato, che sta per essere dimenticato. Ti sei mai ritrovato davanti a una casa abbandonata, fatiscente, dismessa? Ti sei mai chiesto chi ci viveva, che storia conserva o sei passato senza nemmeno notarla? Beh, la prossima volta prova a soffermarti e guardare, come Charles ci suggerisce, con uno sguardo diverso: quello che una volta era, oggi non è, ricordalo.
Abitazioni, automobili in disuso, garage, foreste sono gli spazi privilegiati di cui Pètillon si serve per crearne dei “nuovi”, insomma un discorso di riqualificazione a 360°.

Folklore, Charles Pètillon
Ora è arrivato il momento di immergerci nella sua prima opera d’arte pubblica: siamo a Londra nel 2015 all’interno del Cover Garden, il tipico quartiere londinese famoso per il suo antichissimo mercato ortofrutticolo. La sua invasione contava circa 100.000 palloncini bianchi per un totale di 54 metri di lunghezza e 12 metri di larghezza. Ora so che ti starai chiedendo… Ma chi sono quei poveretti che hanno gonfiato tutti questi palloncini? Ebbenesì, un team formidabile di 25 persone che li ha gonfiati tutti uno per uno, ovviamente con dimensione variabili. Chissà che lavoro! Questa “nuvola” gigante si chiamata “Heartbeat”. Heartbeat simboleggiava un gigantesco battito cardiaco, illuminato da una luce bianca che continuava a pulsare; una grande metafora di come Cover Garden sia stata in passato, ma lo è tutt’ora, il cuore pulsante della città, un centro vivissimo, un luogo di incontri e attività, un’unione formidabile tra passato e presente.

Hartbeat, Charles Pètillon
Anche qui Pètillon gioca sul contrasto: uno scenario che risulta poeticamente onirico, un’installazione che sa di fragile ma che fluttua sopra alle voci, al caos, alla freneticità che caratterizza il mercato come luogo.
Trovo davvero affascinante e raffinato il modo in cui Charles, grazie alla sua arte, riesca a trasportarci in un mondo parallelo dove realtà e immaginazioni diventano connotati complementari. Prova a guardare intensamente una sua immagine e tuffati in un’esperienza onirica mai provata prima, prova a lasciarti alle spalle la tangibilità della vita e vola!
Francesca Rossi,
@OTTNProjects
#BrilloBlog
P.S. Avete saputo la novità? Sabato uscirà la prima puntata del nostro Podcast curato da Erika! Mi raccomando, anche quello fa parte del nostro viaggio, non perdertelo.