
Credit by@GiuseppePalmisano
Hai mai sentito parlare dell’account “IoSonoPipo” su Instagram? Magari no, ma sicuramente le sue immagini le avrai viste girare in rete. Se non ne hai mai sentito parlare, ti consiglio di spendere qualche minuti sul suo account, così da entrare nella sua dimensione estetica e nel suo immaginario.
Sei riuscito a capire dal suo profilo cosa è successo nelle ultime ore? L’hai vista l’immagine che riporta la scritta “SOLD OUT”?

Official Account @IoSonoPipo
Ebbene sì, è proprio quello che stai pensando: l’identità di “Io Sono Pipo”, che conta 100 mila followers, è stata venduta all’asta su Ebay. La vendita si è conclusa alle ore 12:55 di Venerdì 14 Novembre. A quanto? Il totale ammonta a 3.660,00 euro. Impressionante, non trovi?
Prima di parlare di questo avvenimento, più unico che raro, voglio raccontarti un pò chi è la mente creativa , o meglio chi era,che ha reso questa pagina famosissima in tutto il mondo: Giuseppe Palmisano.

Oltrepensare, Credit by @GiuseppePalimisano
Il suo lavoro è tutto basato sul concetto di interscambio con il fruitore. «Credo profondamente nell’indipendenza e nella possibilità che una ricerca artistica venga sostenuta, anziché dal sistema dell’arte, dagli stessi destinatari, da tutti coloro che la recepiscono, la fanno propria, la risemantizzano, la riattivano e a loro volta la restituiscono», dice in un’intervista ad Exibart.
Questa volontà, come avrai ben capito, si traduce in atto fotografico: «Quando mi è stato detto che ero ‘quello delle collant’ o ‘quello delle abatjour’, ho voluto seguire queste indicazioni. Non bisogna lavorare per il pubblico ma con esso, e occorre cogliere tutti gli spunti e i segnali che può comunicarci».

“Amar”, Credit by@GiuseppePalmisano
La sua ricerca estetica è chiara e la potenza espressiva e comunicativa è imparagonabile: le modelle hanno pose plastiche e statiche, come fossero parte di un arredamento interno, corpi rilassati privi di volontà e di azioni si ammassano e\o si distribuiscono negli ambienti, appoggiati su se stessi, spesso per terra…
Non c’è nulla di erotico o di spiccatamente sessuale nelle sue immagini; regna l’eleganza della pacatezza, dell’ordine, dell’agire. Le sue nudità non vengono viste con pretese sessuali, il corpo femminile si slega dalla sua oggettivizzazzione, dal suo lato sessuale, quello da cui siamo da sempre abituati ad associare, vuoi per via della pubblicità, degli stereotipi, della pornografia sempre più accessibile.

Valentina Nappi,Credit by@GiuseppePalmisano
A proposito di pornografia… Una delle fotografie “più famose” che Giuseppe ha realizzato è quella raffigurante Valentina Nappi. Sai chi è? è una delle attrici pornografiche più famose in italia. Ritratta, anche lei, immobile e con gli occhi chiusi, in piedi in un angolo di un salotto, lì dove dovrebbe esserci un mobile. Un’idea molto simile di quella che ha la stessa Nappi sull’uso della nudità e del corpo nelle immagini: rivendicarne un’accettazione laica in modo che questa si traduca in emancipazione.

Copertina disco “Ninna Nanna”, Ghali
Non so se sei un patito\a di Ghali, ma… la copertina del suo album intitolato “Ninna Nanna” è stata realizzata da Giuseppe. Noti somiglianze adesso che lo sa? Le pose, la staticità dei corpi, corpi che si toccano… sì, credo che sia molto chiara la sua idea e ricerca artistica. Non trovi?
Un’altra super collab è stata “IoSonoPipo x IKEA”, nel catalogo 2017 del brand.
IKEA ha deciso di pubblicizzare alcuni suoi prodotti, che poi di mobili si tratta, con delle fotografie scattate da Giuseppe. Le avevi mai viste? Io le trovo incredibili e super coerenti!
È triste dire che tutto questo venerdì si è concluso, con la vendita della sua identità artistica è stato venduto l’intero archivio digitale, i siti, le certificazioni, l’email. La conclusione di un percorso che probabilmente non sentiva più suo, la consapevolezza di sè e il coraggio di non trattenere nulla, neanche sè stesso, lo hanno spinto ad un gesto, se vogliamo, estremo ma anche molto nobile. Questo è quello con cui ci ha lasciati…

Yellow, Credit by @GiuseppePalmisano
“Il giorno 14 ottobre 2012 in un appartamento di Corso Genova a Milano, nell’istante in cui Mariella indossava un paralume, ho capito. Da quel giorno per tutto l’anno successivo ho cercato dentro di me le coordinate di quella prima visione e piano piano è emersa la grammatica di un’urgenza. Sono nato come un clown e il gioco del non prendermi sul serio mi ha permesso di guardare questa emersione, il suo potenziale conflitto, con un distacco ironico che è diventato la pelle di questo immaginario.
Della fotografia non mi è mai importato nulla. La considero una scoria del mio guardarmi osservare. Ho lasciato che il mio femminile giocasse a mimetizzarsi tra i mobili. Nel momento in cui non ho avuto più paura di riconoscerlo e conoscerlo ho compreso che quelle pose erano solo il medium e lo scenario di questo conflitto osservato. In quel momento nasce oltrepensare, vendo la mia reflex e smetto di fotografare per nove mesi. La mia storia è un impasto di assenze.
Quando smetti di parlare e di agire si crea uno spazio abitabile. In quei mesi accaddero tante cose. Aver toccato l’epicentro della mia questione più intima mi aveva consentito di sfiorare, pur non volendolo, infinite questioni altrui. Quelle immagini non mi appartenevano nell’esatta misura in cui mi ri-guardavano più di qualsiasi cosa avesse mai preso forma in me e attraverso di me.
Tutto quello che raggiungo non mi appartiene e tutto quello che non mi appartiene lo posso lasciar andare. I primi 4 minuti e 33 secondi dell’1 gennaio 2016 ho eseguito la composizione in 3 movimenti di John Cage, che porta quello stesso nome. Un gesto d’amore, rivoluzione e sottrazione assoluti che nell’atto di riprodursi si mette a repentaglio come possibilità per l’espressione pura e non mediata del Mondo. Il gesto più sintetico, intimo e complesso di un’intera biografia, che diviene ascolto universale, fragile di vita.
Questo specchiarmi senza protezione nel vuoto mi ha restituito la piena consapevolezza che non avessi più bisogno di riconoscermi e riprodurmi in ciò che avevo ormai riconosciuto e fatto mio. Non mi apparteneva più neanche quella forma, ed ero pronto ad andare oltre senza curarmi del dove.
Per questo, il 4 novembre 2019, vi lascio Iosonopipo: 123 fotografie,1615 certificati, il sito, la mail, le pagine social.
Questo patrimonio di immagini è frutto di un profondo rispetto per le donne, di un’intesa che ogni volta in un modo diverso si è rinnovata con le ragazze con cui sono nati questi dialoghi. Senza la loro fiducia tutto questo sarebbe rimasto probabilmente un fiume carsico. Sento quindi il bisogno di portare fino in fondo la mia gratitudine e dedicare a loro e a tutte le donne quest’ultimo gesto. Ma le parole non esauriscono questa gratitudine. Il femminile che ha trovato spazio in me mi ha aiutato a comprendere quanto sia vitale e necessario che gli uomini imparino a coltivarne in sé la natura. Il maschile puro è principio di distruzione e autodistruzione, di morte, e mai come oggi l’intero ecosistema sta subendo le estreme conseguenze di questa purezza. Il femminile è vita, è resilienza è ascolto e germinazione, e la nostra unica possibilità di salvezza sta solo nella sua definitiva affermazione. Sono consapevole della portata di questo potenziale scontro che mi ostino a sperare possa essere invece un incontro, un rinnovato e futuro equilibrio.
Per tutto questo e molto altro, pur non potendolo pretendere, chiedo a chiunque acquisterà il diritto legale di poter utilizzare l’identità che ho creato, messo all’opera e ceduto, di aver cura e a sua volta rispetto di quel che ha mosso, in me e attraverso di me, questa urgenza. Auspico quindi che, in caso di eventuali guadagni connessi alla cessione di questa identità, una parte di essi venga devoluta a favore di chi ogni giorno si impegna nella tutela e nella cura delle donne vittime di violenza, e per un’educazione di genere finalmente liberata da qualsiasi pretesa patriarcale e omofobica.”
Parlando con iosonopipo, gli abbiamo chiesto se questa consapevolezza acquisita ha mostrato anche un percorso per il futuro, e se sa già in che forma vedremo Giuseppe Palmisano ora.
“Forse per me è proprio la consapevolezza di un percorso futuro, seppure dai contorni sfocati che ha portato a questo atto. Sento di avere mille forme e per questo ho avuto il coraggio di metterne a repentaglio una, la più a fuoco, che mi sosteneva in tutti i sensi. Non ci sarà un solo Giuseppe Palmisano, così come ad oggi ci sono stati i vari profili, instagram ad esempio, per ogni progetto fatto, alcuni di questi continueranno e ne nasceranno sicuramente altri. Ogni cosa che ho in mente ha bisogno di un medium diverso, ci saranno performance, installazione e probabilmente ancora per un po’ fotografia.”
Per brillo news è tutto, a presto!
Francesca Rossi,
#BrilloNews
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