Primo post… si fa sempre un po’ fatica a capire da dove iniziare.
Partiamo dal nome che deriva dalla scatola realizzata da Andy Warhol, la “Brillo Soap Pads Box” (del 1964). Un’opera che fece discutere moltissimo e che aprì un discorso fondamentale attivo ancora oggi: “É davvero arte?”. Ebbene sì! Wharol ci ha visto lungo con il suo consumismo serializzato. La scatola, esposta nei piu grandi musei, è diventata il segno iconico di una nuova era nell’ arte (insieme all’orinatoio di Duchamp). Un’arte che eliminava l’idea accademica di opera per promuovere un concetto più accessibile a tutti, ma forse proprio per questo più difficile da “capire”. La “Brillo Box” è diventata un simbolo perchè è stata inserita all’interno di un contesto che non gli apparteneva, copiando quello che era un prodotto da supermercato e facendolo diventare un oggetto artistico.
Sapete qual è l’unica differenza tra la vera “brillo box” e quella ricreata da Warhol?
Nella seconda il lato sul fondo è stato tenuto bianco, vuoto, perchè è il lato di appoggio sul piedistallo del museo, mentre nel prodotto commerciale ogni lato presenta delle scritte, perchè è stato pensato per l’acquirente che lo solleva e lo porta a casa. Questa differenza, che sembra nulla, è quella che in realtà segna il confine tra cosa è oggetto e cosa è arte, e fondamentalmente tra chi sei tu: acquirente seriale o visitatore di un museo?
Quando parlo di arte contemporanea la gente mi guarda sempre in modo strano, chiedendosi come possa trovare piacevole un fungo al contrario o, cosa possa trovare di estremamente innovativo in una video-installazione di Bill Viola.

Carsten Höller, Upside Down Mushroom Room, (2000). Fondazione Prada

Bill Viola, “Departing Angel”, panel 1 from Five Angels for the Millennium, (2001)
Video/sound installation
Royal Academy Of Art, London
Credo che l’arte sia la più alta forma di libertà, una sorta di magia culturale capace di renderci tutti parte di un unico assoluto. Libertà e anche necessità… di poter esprimere il nostro pensiero, di poter uscire dai nostri doveri.
Hai presente la sensazione di libertà? Ma quella libertà senza limiti? La leggerezza? Sì? Ecco per me l’arte è un po’ quella sensazione. Una soglia invisibile, quasi impercettibile ma infinitamente totalizzante. L’arte è capace di rapirti, annullare i tuoi problemi per un attimo, insinuando domande come “ma cos’è?” che interrompono la tua routine di pensiero. Ti porta con sè attraverso un mondo che concilia conscio e inconscio, reale e ideale.
É come… non so, la pizza! Mangiata la sera sulla spiaggia in una giornata di luglio, magari ci aggiungiamo una birra fresca e un bel tramonto. Quell’attimo dove il casino che è fuori non lo senti. Oppure la gioia? Quella autentica, vera, che ti viene dall’animo, quella incontrollabile. Ecco pensa a tutte queste suggestioni e prova ad unirle insieme.
Ognuno di noi ha la sua visione di arte, non ne esiste una univoca, ogni sensazione, ogni emozione è sempre diversa e a volte opposta e contraddittoria. Come i sapori. Ci sono quelli che piacciono e quelli che non piacciono, quelli che ci sembrano delle esplosioni, e quelli che solo a sentire l’odore ci fanno star male. Anche l’arte, da questo punto di vista, è un mondo eterogeneo di generi, stili, idee e di modi di comprendere le cose.
Personalmente prediligo l’arte contemporanea perchè usa linguaggi nei quali riesco a ritrovarmi, e di questo linguaggio parleremo in tutti i post per cercare di decifrarlo piano piano, come fosse un codice o un nuovo alfabeto.

Ian Cheng, “BOB” (2018) Installation view, Serpentine Gallery, London.
Brillo Blog vi dimostrerà che l’arte di nicchia non esiste! L’arte è accessibile a tutti, nessuno escluso. Il nostro obbiettivo è quello di colmare il forte gap che c’è tra chi non ha mai approcciato l’arte contemporanea e chi invece è un addetto ai lavori. Da qui lo slogan ‘Bridging the gap between “WTF?!” and MOMA’.
Con questi post settimanali, vorrei che piano piano anche voi possiate trovare la libertà e quel senso di meraviglioso che io provo davanti alle opere a cui vengo a contatto ogni giorno.
Ho 21 anni, tanto da imparare, ma cresceremo in questo percorso che vuole essere uno scambio e lo faremo insieme! Alle volte sbaglierò? Assolutamente sì! Ma noi di ‘OTTN Projects’ siamo della scuola che si impara facendo.
Francesca Rossi,
@OTTNprojects #brilloblog
PS. Al momento siamo a New York City per delle studio visits con artisti e curatori, seguite cosa facciamo nelle nostre Instagram Stories.