ALTOFEST: un nuovo sguardo su Napoli

by Francesca Rossi Minelli

Eufemia, solo Giorgia Lolli

Abbiamo parlato di molti e differenti progetti basati sulla comunità ma mai di festival! Ecco oggi una chicca per voi: Altofest un progetto indipendente, basato sulla sua comunità diffusa di Napoli.

Un progetto che vive del dono dei membri di TeatrInGestAzione sotto forma di tempo, competenze e denaro (nella misura delle proprie possibilità), del dono dei cittadini che offrono spazio e accoglienza, degli artisti che condividono la propria opera, dello staff, dei volontari, della partecipazione di alcune realtà locali, di professionisti e studiosi, e di esperti culturali, nazionali e internazionali, che offrono le proprie competenze e i propri strumenti intrecciando le proprie visioni con quelle di Altofest.

Non avete ancora capito di cosa stiamo parlando? Entriamo nel dettaglio!

Altofest, image credits Vicky Solli

Altofest è un festival estremamente interessante per noi progettisti culturali perchè si svolge all’interno di abitazioni private, di varia fattura, di diverse dimensioni, situate in diversi quartieri della città di Napoli.
A questi si aggiungono alcuni luoghi extra domestici, spesso simbolici per la città, luoghi che sono a vario titolo frequentati e/o curati personalmente dai cittadini residenti.

All’interno di questi luoghi così intrisi di storie, racconti, vite personali gli artisti vengono ospitati proprio dai proprietari del luogo. Insieme cittadini e artisti convivono per un totale di due settimane, che comprendono un periodo di residenza artistica e la successiva apertura delle opere al pubblico.

Gli artisti dunque alloggiano e lavorano nello stesso spazio: informale, domestico, quotidiano; all’interno del quale hanno il compito di mettere in discussione e riscrivere la propria opera affidandosi agli elementi presenti negli spazi che li ospitano.

Una volta terminato il periodo di residenza, per i 5 giorni successivi tutti gli interventi e la programmazione saranno fruibili, gratuitamente, per un’esperienza realmente immersiva.
Gli interventi artistici sono di varia forma e natura: incontri di approfondimento, tavole rotonde, opere performative, danza etc…

Altofest, image credits Vicky Solli

Una cosa estremamente interessante è il loro approccio, in quanto atto ed esercizio politico: “Altofest si partecipa non si consuma” in quanto i “fruitori” diventano parte attiva e responsabile della buona riuscita dell’evento.

Altofest diventa così un luogo della condivisione, dove cucinare idee, pensieri, racconti e storie di vita.
Ogni cittadino diventa un parte fondamentale di tutta la struttura cgtlruare dell’evento dove la sfera più intima delle case di unisce alla dimensione poetica, estetica e dei processi artistici che la “invadono”.

 Un processo trasversale che richiama al dialogo tutte le componenti sociali del tessuto urbano in cui si innesta; tendendo al superamento dei ruoli, a favore di una partecipazione corale, di un’esperienza totale che genera “relazioni inedite”.

La vita quotidiana e la creazione artistica nello spazio domestico causano un’interferenza semantica. La quotidianità è influenzata dalla visione degli artisti stranieri ospitati nel programma e ciò crea uno spazio di rischio condiviso dove la comunità può incontrarsi e parlarsi in una lingua franca.

Altofest, image credits Vicky Solli

Le case diventano spazi di residenza artistica, superando le distanze territoriali e culturali attraverso un unico rituale collettivo. Ogni relazione tra artista e cittadino diventa un’esperienza unica ma allo stesso tempo fa parte di un’azione poetica comune che si diffonde nelle comunità dei residenti. Il cittadino che ospita l’artista straniero nella sua casa si trova a vivere uno spazio estraneo ma familiare, dove pubblico e privato si confondono. Gli abitanti che ospitano l’artista assumono una posizione propositiva e aprendono la loro casa a un evento pubblico. Questo genera un movimento insolito di persone nella città e gruppi di visitatori si organizzano per condividere l’esperienza di Altofest, creando una mappa emotiva interstiziale dello spazio urbano abitato poeticamente.

Altofest, image credits Vicky Solli

Io dal 5 al 18 giugno sarò sicuramente a Napoli per farmi travolgere da Altofest. E voi?

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