
Francesco Bertele, Centocapre, 2014
In questi giorni mi sono ritrovata in molte situazioni nella quali ho pensato a quanto stupendo è il patrimonio paesaggistico e culturale del nostro paese, una ricchezza invidiabile ed inestimabile! Da progettista culturale credo che l’arte, la cultura e le progettualità che attiviamo quotidianamente non possono non dialogare o connettersi con l’arte che già esiste e che caratterizza il nostro paesaggio e territorio.
Cerchiamo sempre di arrivare a ricreare luoghi e spazi artistici in linea con i grandi competitors internazionali, come nel grande sogno americano, ma perchè replicare semplicemente questi modelli?
Non voglio dilungarmi, cercherò di continuare questa parentesi in un secondo momento… torniamo a noi!
Oggi siamo in Basilicata in un paese chiamato Latronico, dove, nel 2005, è nata un’associazione chiamata Ass. Culturale Vincenzo De Luca; all’interno di questa associazione è nato il progetto di cui oggi vorrei parlarvi: A Cielo Aperto.
Curato da Bianco-Valente e Pasquale Campanella, il progetto nasce con lo scopo di lavorare alla costruzione di un museo diffuso all’aria aperta, composto da alcune opere permanenti che dialogano con l’ambiente circostante e interventi nello spazio urbano co-progettati e co-partecipati.
Gli artisti coinvolti nel progetto sono invitati a risiedere per un periodo di tempo a Latronico, per vivere il luogo, conoscere i cittadini, scoprirne la cultura, gli usi e le tradizioni al fine di proporre un intervento site-specific. Gli interventi che gli artisti propongono possono essere sia opere fisiche ma anche momenti di scambio e dialogo come workshop o talk.

Billboards di Maurizio Montagna, 2018
Buck è il luogo fisico dove vengono accolti gli artisti, una nuova residenza per l’arte contemporanea dell’Associazione (fino al 2018 venivano ospitati presso la residenza d’artista Maddalena Maturo), mentre per le exhibitions l’associazione utilizza lo Spazio Cantisani, tengo a precisare che tutti i luoghi presi in prestito per realizzare gli interventi sono messi a disposizione da parte di privati cittadini del paese!
Gli abitanti, duranti gli anni, sono stati coinvolti sempre più nelle attività proposte dagli artisti in residenza e, la loro presenza a Latronico, ha anche permesso che attorno al progetto si sviluppasse una microeconomia. Trovo che questo sia un esempio estremamente significativo di come le pratiche artistiche che coinvolgano non solo un target specifico e di settore, possano essere in grado di portare, in un determinato territorio, processi economici, culturali, comunicativi di grande efficacia pubblica, turistica e di visibilità di storie e tradizioni.

Giuseppe Teofilo, Richard Parker a Latronico, 2009
Quando si parla di progettualità, come in questo caso, trovo sia fondamentale sottolinearne il significato e cosa intendiamo quando parliamo di progettualità piuttosto che di opere d’arte (nonostante ci sia sempre il coinvolgimento dell’artista). Progettualità è l’insieme degli interventi che permettono la tessitura di un insieme di significati e di valori condivisi e accettati tra le persone che vivono un determinato luogo/territorio, attraverso una produzione di stampo artistico/ culturale. Questo mette in moto un’idea di partecipazione, che contribuisce a dare vita a quell’idea di “eredità cultuale” e di “comunità di eredità”, concetti nati dalla Convenzione di Faro.
Il progetto diventa qui lo spazio connettivo (ma anche politico) nel quale si può crescere e far maturare una responsabilità collettiva nel confronti di un patrimonio che è di tutti, nei confronti del luogo e della comunità.
L’arte a Latronico si prende cura della comunità e del paese attraverso un format en-plan air, portano la vivacità culturale nei i suoi vicoli più silenziosi e disabitati.

Ogni Dove, 2015, Bianco Valente
Dall’esperienza di “A cielo Aperto” lo scorso anno è nata una pubblicazione assolutamente interessante “Per fare un tavolo. Arte e territorio”, edito da Postmedia Books. Il libro è l’unione di personalità e professionalità appartenenti a diversi ambiti disciplinari, e rappresentano un approfondimento sulle tematiche delle aree interne e degli sviluppi delle pratiche artistiche legate al territorio, per definire il ruolo “pubblico” dell’arte, degli artisti e delle comunità.
Un libro molto interessante che indaga il rapporto tra l’arte e i luoghi e come questi si relazionavano tra di loro.
P.S.
A Cielo Aperto ha partecipato, nel 2021, al Padiglione Italia della 17° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia insieme a Pasquale Campanella e a seguito dell’invito di Alessandro Melis, a Comunità Resilienti. Ci siete stati?
Se non conoscete il progetto e le loro attività, vi lascio qui il link per poter vedere con i vostri occhi l’incredibile motore culturale che sono riusciti a mettere il moto!
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